Il Senatore Franco Ortolani, esperto geologo, è intervenuto in Senato pochi giorni fa, esprimendosi sulle esplosioni che nei giorni scorsi hanno avuto per protagonista lo Stromboli, mettendo in luce i problemi che riguardano il sistema di allerta della popolazione e il rischio tsunami, che secondo il geologo in Itali esiste ma è trascurato. In fondo all’articolo, il video del suo intervento in Senato.
“Nel pomeriggio di mercoledì 3 luglio, a distanza di 15 minuti l’una dall’altra, ci sono state due potentissime esplosioni, non preavvertite, la popolazione non era stata avvisata. È morto un ragazzo a 400m di quota. Ricordiamo che si effettuano escursioni fino a 800m in altezza guidate, però guida o non guida, in questi casi, non serve a niente. Il fenomeno è stato ritenuto uno dei più potenti dopo la grande eruzione del 1930. Noi siamo portati a sottovalutare lo Stromboli perché vediamo un vulcanetto di 800-900 metri che affiora dall’acqua. Però teniamo presente che i 2000 metri di vulcano continuano sotto l’acqua. Praticamente è un vulcano della dimensione dell’Etna, cioè è un vulcano di grandi dimensioni che noi purtroppo trascuriamo.
Credo che noi dobbiamo fare una riflessione: che cosa ci ha insegnato questo fenomeno? Lo Stromboli è uno dei vulcani più e meglio controllato con i mezzi migliori disponibili. Ciononostante non è stato colto nessun segnale per avvertire la popolazione. Allora ci poniamo questo problema: qualcosa non ha funzionato oppure più di così i sistemi attuali di monitoraggio non possono dare indicazioni? Questa è un’importante riflessione perché teniamo conto che siamo già in stagione balneare e centinaia e centinaia di turisti frequentano l’isola. Dopo l’evento, è stato posto il primo livello di rischio, di attenzione all’isola che prima invece era praticamente ritenuta esente.
Questo l’intervento in Senato di Franco Ortolani, che sulla sua pagina Facebook ha aggiunto:
Non si tratta di fare allarmismo ma una corretta e capillare informazione visto che il problema tsunami esiste. Prima di tutto una adeguata azione di informazione va realizzata nelle scuole e presso le associazioni di cittadini. Tutti devono sapere che se vedono un improvviso ritiro dell’acqua del mare devono immediatamente raggiungere l’entroterra in posizione il più in alto possibile. Interventi pilota vanno progettati e realizzati in spiagge significative. Ricordiamo che dal 1900 ad oggi lo Stromboli ha causato vari maremoti non devastanti perché avvenuti in mesi non estivi e in periodi pre-diffusione del turismo balneare. Almeno 6 eventi principali fino all’ultimo del dicembre 2002, caratterizzati da un runup di alcuni metri.
Circa il movimento anomalo del mare i ricercatori italiani sono all’avanguardia. Ora sugli studi e ricerche si dovrà basare la messa a punto di sistemi di allarme in tempo reale per allertare istituzioni e cittadini. Dopo una forte esplosione va subito effettuato il rilevamento morfologico di Stromboli per verificare eventuali grandi fenomeni franosi. Naturalmente non si possono verificare immediatamente eventuali frane sottomarine né si può verificare se l’esplosione abbia innescato nuove instabilità sommerse che vanno accertate con adeguate ispezioni. La eventuale e possibile instabilità dei versanti sommersi dopo le esplosioni dello Stromboli è un aspetto preoccupante perché è iniziata la stagione balneare e con essa è incrementato il rischio costiero in relazione a maremoti”.