Il 4 luglio è una delle più grandi festività degli Stati Uniti, con celebrazioni che includono fuochi d’artificio e parate nel Paese. Ma cos’è esattamente l’Independence Day o Giorno dell’Indipendenza e cosa celebra?
Nel luglio del 1776, durante il secondo anno della Rivoluzione Americana (1775-1783), i rappresentanti delle 13 colonie nordamericane del regno della Gran Bretagna votarono per dichiarare l’indipendenza dalla corona, formando gli Stati Uniti d’America. Nonostante la Rivoluzione Americana fosse iniziata nell’aprile del 1775, le colonie inizialmente non chiedevano la completa separazione dal regno britannico. Ricercavano invece più autonomia all’interno dell’Impero. Tuttavia, il trattamento britannico dei coloni americani come ribelli e nemici nei primi mesi del conflitto aggiunse peso agli argomenti dell’indipendenza e il 2 luglio del 1776, nella State House di Philadelphia, i rappresentanti delle 13 colonie britanniche del Nord America votarono per rompere pubblicamente i legami con la madrepatria e il suo re Giorgio III.
Oltre 240 anni dopo, gli americani festeggiano ancora il giorno in cui i loro leader ribelli hanno firmato le parole di Jefferson. Ecco alcune cose che potreste non sapere sulla Dichiarazione e sul Giorno dell’Indipendenza degli Stati Uniti.
Documento sacro negli USA
Molti imitatori nel mondo
Gli eventi del 4 luglio 1776 ispirarono movimenti di indipendenza coloniale in tutto il mondo, soprattutto in Sud America, dove la rivoluzione rovesciò l’impero spagnolo nei primi decenni del XIX secolo. La dichiarazione d’indipendenza del Venezuela del 1811, per esempio, ha chiari richiami al testo di Jefferson, annunciando che le province del Venezuela “sono e dovrebbero essere stati liberi, sovrani e indipendenti”. I rivoluzionari di tutto il continente attinsero all’esempio americano, affermando il loro diritto ad autogovernarsi contro gli imperi europei.
Anche negli stessi Stati Uniti, la Dichiarazione ha trovato una grande eco in documenti politici successivi. “Che tutti gli uomini sono creati uguali” è la formula ripresa anche dall’abolizionista William Lloyd Garrson nella sua dichiarazione del 1833. Anche gli attivisti per i diritti delle donne hanno utilizzato le parole della Dichiarazione per promuovere la loro causa e per sottolineare le incongruenze nell’attuazione della libertà degli Stati Uniti.
Festeggiamenti
Il Giorno dell’Indipendenza è celebrato in tutti i modi possibili negli Stati Uniti, molti dei quali includono barbecue, birra e una buona dose di patriottismo a stelle e strisce. Nella casa di Jefferson a Monticello, in Virginia, esiste però una speciale tradizione. Per oltre 50 anni, è stata celebrata una cerimonia di naturalizzazione nel Giorno dell’Indipendenza, che consente alle persone di tutto il mondo di diventare cittadini degli Stati Uniti. Quando la nazione venne alla luce il 4 luglio del 1776, nessuno era nato “cittadino”. La Dichiarazione fu un documento rivoluzionario: mirava a rovesciare la tirannia e a creare un nuovo governo attraverso il potere dell’azione collettiva e per questo ancora oggi è considerata un’ispirazione.
Nel 1870, il Giorno dell’Indipendenza divenne una festività non retribuita per i dipendenti federali, mentre nel 1941 divenne una festività retribuita.
La prima descrizione sulle celebrazioni del Giorno dell’Indipendenza era contenuta in una lettera di John Adams alla moglie Abigail il 3 luglio del 1776. Descrisse “sfarzo e parate, con spettacoli, giochi, sport, campane, falò e illuminazioni” in tutti gli Stati Uniti. Tuttavia, la definizione di “Independence Day” non fu utilizzata fino al 1791.
Il Giorno dell’Indipendenza è una festività per celebrare gli aspetti positivi degli Stati Uniti. Molti politici appaiono ad aventi pubblici per mostrare il loro supporto alla storia e alle persone del Paese. In generale, gli abitanti degli Stati Uniti rendono grazie per la loro libertà per la quale hanno combattuto i loro antenati. La stessa Statua della Libertà è un monumento nazionale associato al Giorno dell’Indipendenza.
Curiosamente, Thomas Jefferson e John Adams, entrambi firmatari della Dichiarazione d’Indipendenza e Presidenti degli Stati Uniti, morirono il 4 luglio 1826, esattamente 50 anni dopo l’adozione della Dichiarazione.