Rivoluzione nella cura del Tumore al Pancreas grazie all’inteliggenza artificiale: Verona protagonista della ricerca internazionale

Tumore al Pancreas, importanti novità grazie all'intelligenza artificiale: Università di Verona orgoglio Veneto
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La prevenzione di alcuni tumori del pancreas potrebbe in futuro trovare un alleato nell’intelligenza artificiale: e’ stato infatti sviluppato un test basato su di essa, in grado di discernere tra cisti benigne e maligne nel pancreas, evitando inutili interventi di rimozione. La promessa arriva da uno studio internazionale con ampio contributo italiano (Centro di Ricerca ARC-Net dell’Universita’ di Verona, IRCCS San Raffaele di Milano, Ospedale Sacro Cuore-Don Calabria, Negrar), coordinato da ricercatori del Johns Hopkins Kimmel Cancer Center. Reso noto sulla rivista Science Translational Medicine, il test e’ stato battezzato ‘CompCyst’ (comprehensive cyst analysis) e la sua validita’ e’ stata verificata su 862 cisti pancreatiche rimosse da pazienti. “L’intelligenza artificiale – spiega in un’intervista all’ANSA Aldo Scarpa, direttore del Centro di ricerca ARC-Net dell’Universita’ di Verona – analizza le alterazioni molecolari e genetiche del tessuto o del fluido della cisti, unitamente alle informazioni cliniche ecografiche, radiologiche e anatomopatologiche che individuano una serie di parametri indicativi della natura della cisti stessa”; ed e’ unicamente sulla base di tutti questi parametri che puo’ stilare una indicazione diagnostica e, se necessario, terapeutica. “Ma e’ ancora tutto in divenire – sottolinea Scarpa – siamo all’inizio di questa era, anche se ci aspettiamo che l’intelligenza artificiale ci aiutera’ moltissimo nel prossimo futuro nel decidere come comportarci con i pazienti”.

Le cisti pancreatiche sono molto comuni (circa l’8% dei 70enni ne presenta una), ma raramente progrediscono verso un tumore vero e proprio. Oggi si cerca di capirne la natura benigna o maligna attraverso la diagnostica per immagini (ad esempio la tomografia) e analisi molecolari del fluido che contengono; ma non sempre si giunge a un ‘verdetto’ certo e in caso di incertezza si decide di rimuoverle chirurgicamente per precauzione. Partendo da dati clinici, molecolari, genetici e di diagnostica per immagini di pazienti, gli esperti hanno sviluppato CompCyst, che poi hanno testato su 862 cisti pancreatiche rimosse chirurgicamente e analizzate con biopsie. E’ emerso che CompCyst e’ molto affidabile nel riconoscere cisti benigne che non devono essere rimosse: nel campione esaminato CompCyst avrebbe potuto evitare dal 60% al 74% degli interventi di rimozione di cisti giudicati poi non necessari a posteriori (dopo l’esame istologico della cisti rimossa). Adesso si trattera’ di studiare ulteriormente l’affidabilita’ di CompCyst su una piu’ ampia casistica di cisti e di valutare con studi a lungo termine se il verdetto espresso da questo test sara’ poi corretto o meno.

Il governatore Zaia: “grande orgoglio per il ruolo di Verona”

“La lotta contro i tumori tiene la scienza impegnata da decenni e lo fara’ ancora, ma l’annuncio che arriva oggi da Edimburgo e’ uno di quelli che segnano una tappa importante. Il fatto, poi, che a questa ricerca internazionale abbia dato un contributo determinante l’universita’ di Verona ci riempie di orgoglio perche’ e’ un ulteriore indice del livello della sanita’ veneta”. Cosi’ il Presidente della Regione del Veneto Luca Zaia esprime la sua soddisfazione per l’apporto dato dal Centro di Ricerca ARC-Net dell’ateneo scaligero nello sviluppo di un test in grado di discernere tra cisti benigne e maligne del pancreas grazie all’intelligenza artificiale. “Mi congratulo col direttore del centro professor Scarpa e tutti i suoi collaboratori – prosegue – cosi’ come i professionisti del Don Calabria di Negrar, altra componente veneta del progetto di studio. Piu’ le malattie sono subdole, piu’ non bisogna abbassare la guardia. I cittadini veneti sanno qual e’ l’alto livello qualitativo dei nostri servizi per la cura in campo oncologico, oggi hanno un’ulteriore conferma, qualora ve ne fosse bisogno, anche di quali vette sono protagoniste le nostre strutture anche nella ricerca”. “Oggi e’ veramente una giornata da ricordare nel campo della ricerca medica per le universita’ venete – conclude Zaia -. Ci giunge notizia, infatti, che anche l’Universita’ di Padova ha dato un contributo determinante insieme ad altri prestigiosi atenei internazionali nell’individuazione di otto varianti genetiche associate all’anoressia nervosa: congratulazione anche ai protagonisti di questa ricerca. Le universita’ veronese e padovana con il difficile e prezioso lavoro dei loro ricercatori si confermano due simboli nel mondo dell’eccellenza veneta”.

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