Il Regno Unito di nuovo con il fiato sospeso. Di nuovo il dibattito sull’eutanasia e sull’opportunità di tentare il tutto per tutto per salvare una vita, in questo caso quella di una bimba, torna prepotentemente a far sentire il suo peso e la sua difficoltà di risoluzione.
Dopo i casi di Charlie Gard e di Alfie Evans, ora un’altra coppia di disperati genitori chiede che la propria piccola possa essere portata in Italia per essere curata. La paziente, di soli 5 anni, è Tafida Raqeeb, in coma al Royal London Hospital. La sua mamma e il suo papà hanno chiesto all’Alta Corte britannica di costringere i medici, secondo i quali la bimba non ha alcuna speranza di guarigione dopo un trauma cerebrale, a lasciarli viaggiare verso l’Italia in cerca di una speranza di cura. In particolare, come si legge su Bbc news on line, i medici dell’ospedale Gaslini di Genova sono convinti di potersi prendere cura di Tafida, e il loro parere è giunto a seguito di un video-consulto medico intercorso con la Gran Bretagna la scorsa settimana.
Le condizioni della bambina, in Italia, non rientrerebbero nella definizione di morte cerebrale, a differenza di quanto avviene in Gran Bretagna, e non sarebbe soggetta all’interruzione del supporto vitale. Un portavoce del Barts Health Nhs Trust, che gestisce l’ospedale inglese, ha precisato che i suoi medici ed esperti indipendenti sono convinti che “un ulteriore trattamento sarebbe invasivo e inutile“. Tafida, che viene da Newham, a est di Londra, soffre di una rara condizione che la causa un groviglio di vasi sanguigni con connessioni anomale tra le arterie e le vene. Sua madre, Shelina Begum, ha dichiarato che prima di subire il trauma, sopraggiunto il 9 febbraio scorso, Tafida era “completamente sana. È straziante vederla così e non possiamo proprio rinunciare a lei“.