“Mi fermo. Martedì vado in ospedale per una nuova sfida, quella contro la leucemia“. Così Sinisa Mihajlovic, in conferenza stampa a Casteldebole, ha annunciato la propria malattia e spiegato il perché non si è presentato per allenare il Bologna. “Questa sfida la vinco“, ha aggiunto.
“E’ stata una bella botta, sono stato due giorni chiuso in camera a riflettere, a piangere, ti passa tutta la vita davanti. Ma sono sicuro che questa sfida la vincerò, per mia moglie, per la mia famiglia. Lotterò come sempre, non vedo l’ora di andare martedì in ospedale – ha aggiunto il tecnico serbo – Prima comincio e prima finisco. La malattia è in fase acuta e aggressiva ma attaccabile, ci vorrà del tempo ma si guarisce“.
Una vera e propria doccia fredda per i tifosi, un vero colpo al cuore per gli amanti del calcio che devono mandare giù l’ennesimo boccone amaro. Il tecnico del Bologna, infatti, non è l’unico campione a dover combattere con una malattia potenzialmente letale. Anche Gianluca Vialli, che con Mihajlovic ha avuto in comune la Sampdoria, nella quale hanno giocato rispettivamente fino al ’92 e dal ’94, sta combattendo contro un cancro tra i più infidi, quello al pancreas. Due lottatori, due campioni del calcio, che ora hanno una sfida comune da vincere: quella con la vita.
Intanto Walter Sabatini, responsabile area tecnica del Bologna, nel corso di una conferenza stampa è stato chiaro: “L’allenatore del Bologna rimarrà Sinisa Mihajlovic qualsiasi cosa accadrà nei prossimi giorni, perché siamo sicuri che sconfiggerà questa malattia. Ha dimostrato negli ultimi mesi di essere il migliore“.
“Sei troppo forte: questo ti fa un baffo e poi dobbiamo giocare a padel“: è il messaggio rivolto a Sinisa Mihajlovic da Roberto Mancini, ct dell’Italia, che con il tecnico del Bologna ha condiviso uno scudetto alla Lazio da giocatore e due all’Inter da tecnico e vice. Mancini ha voluto rivolgere sul proprio profilo Instagram un incoraggiamento all’amico.
“È un problema nato il giorno prima del ritiro, quando abbiamo avuto il sospetto che si trattasse di una patologia del genere” ha spiegato il medico sociale del Bologna, il dott. Nani. “In tempi rapidi abbiamo avuto la conferma, ovvero che si tratti di una leucemia acuta. E’ stato un caso perché il mister si è presentato con un problema tipico di uno sportivo ed abbiamo riscontrato questo tipo di patologia. Vent’anni fa non si poteva parlare di questa malattia, oggi con le conoscenze che abbiamo possiamo parlare anche di un futuro roseo per un allenatore che può fare la propria professione. Dovrà fare terapie che sono efficaci perché questa è una malattia che si può combattere. Da martedì verrà ricoverato. Deve continuare la sua attività, deve poter dire ai giocatori se hanno fatto male. Non possiamo ancora dirlo quanto durerà. Sappiamo la diagnosi, ma non conosciamo il tipo. Speriamo che possa essere un passaggio corto. Per quanto riguarda il suo lavoro, speriamo di averlo più forte di prima. Vincendo questa battaglia tornerà fisicamente più forte di prima, sarà una macchina da guerra“.