E’ salato il conto del maltempo che ieri sera intorno alle 21 si è abbattuto su Venezia e Isole. La grandine che è l’evento atmosferico più temuto dagli agricoltori ha raso al suolo verdure, ammaccato frutta e cereali prossimi alla raccolta provocando danni irreparabili alle coltivazioni mandando in fumo un intero anno di lavoro. ”Da oltre trent’anni non vedevo chicchi di grandine paragonabile ad una palla da tennis cadere con una violenza impressionante”, afferma Carlo Zangrando agricoltore delle Vignole che ha perso tutte le sue produzioni a pieno campo. Le forti raffiche di vento, pioggia e grandine hanno colpito la parte più a Nord della Laguna, compresa Sant’Erasmo dove si sono registrati danni alle colture orticole, frutticole ma anche ai vigneti e alle serre dove la violenza della grandine è riuscita a bucare i teli delle serre e in alcuni casi anche ad abbattere interamente le strutture.
“Siamo preoccupati per la situazione nelle campagne – afferma il presidente di Coldiretti Venezia Andrea Colla – anche per questa sera e per i prossimi giorni sono annunciati temporali e rovesci di forte intensità: si sta verificando una tendenza alla tropicalizzazione che si evidenzia con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, grandine di maggiore dimensione, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi che compromettono le coltivazioni nei campi con costi esorbitanti tra perdite della produzione agricola e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne.”
Dall’inizio dell’anno sono già 202 le grandinate violente a livello nazionale che hanno flagellato l’Italia con un aumento del 68% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno secondo una analisi della Coldiretti su dati ESWD. La nuova ondata di maltempo, tra l’altro ha provocato allagamenti nelle campagne e danneggiato pesantemente mais e cereali in campo aggravando il conto dei danni nelle campagne in un 2019 segnato da forti anomalie con i primi mesi dell’anno particolarmente siccitosi ai quali ha fatto seguito un maggio freddo e bagnato ed un mese di giugno tra i più caldi di sempre.