Il 4 luglio di 85 anni fa moriva Marie Curie, la “signora della radioattività”. Vinse per due volte il premio Nobel: nel 1903 per la fisica insieme al marito Pierre per il suo lavoro sulla radioattività e nel 1911 per la chimica, per aver scoperto radio e polonio. È stata la prima e unica donna a vincere due premi Nobel in due discipline diverse (eguagliata solo dal chimico Linus Pauling, Nobel per la Pace e la Chimica), e la prima donna ad insegnare all’università Sorbona di Parigi. Fortemente innamorata della scienza e guidata da un forte impegno sociale, è diventata il simbolo della scienza al femminile.
Nata a Varsavia nel 1867, Maria Curie iniziò gli studi con il padre, professore di fisica. Poiché all’epoca in Polonia l’università era proibita alle donne, fu costretta a seguire per qualche tempo i corsi clandestini della Flying University per le donne. Nel 1891 si iscrisse all’università Sorbona di Parigi, dove si laureò in fisica e matematica. Proprio alla Sorbona conobbe Pierre Curie nel 1894, che sposò l’anno seguente. Nella Prima Guerra Mondiale si impegnò come radiologa spostandosi sul fronte con automobili attrezzate con apparecchiature a raggi X, chiamate in suo onore “Piccole Curie”. Proprio per la sua concezione disinteressata della scienza, non brevettò mai le sue scoperte, preferendo donare all’umanità i risultati della sua ricerca. Morì nel 1934 per una grave forma di anemia aplastica, causata dai tanti anni di lavoro a contatto con le sostanze radioattive.