“Non voglio tornare sulla Luna, voglio andare su Marte. John (Kennedy, ndr) ci indicò la strada“. E’ il messaggio che Michael Collins, 88 anni, ha lanciato nel corso delle celebrazioni dei cinquant’anni dallo sbarco sulla Luna. Collins, che guidò il modulo lunare nella missione Apollo 11, l’unico astronauta a non mettere piede sulla crosta lunare a differenza di Neil Armstrong e Buzz Aldrin, è stato festeggiato oggi a Cape Canaveral da dove, alle 9.32 del 16 luglio del ’69, partì la missione. “Armstrong – ha raccontato Collins – non è stato il miglior comandante che potessimo avere per il nostro primo viaggio sulla Luna, ma il portavoce magistrale che rese questa giornata speciale, paralizzando l’attenzione del mondo“. Di lui e’ stato detto che fu l’uomo più solo dell’universo perché, mentre i due colleghi erano scesi, lui era rimasto solo e, durante l’orbita lunare, a un certo punto era rimasto “oscurato” e senza possibilità di contatti ne’ con Armstrong e Aldrin ne’ con la base di Houston. Quando gli è stato chiesto se si fosse sentito il più solo di tutti, Collins ha risposto con un secco “no“.