Overshoot Day, mai cosi presto: il 29 luglio esaurite le risorse che la Terra genera in un anno

"Dimezzare il consumo di carne annuale e preferire una dieta vegetariana contribuirebbe a muovere in avanti di 15 giorni la data dell’Overshoot Day"
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L’anno scorso arrivò l’1 agosto, e si trattò di un record negativo, dato che non si era mai verificato così presto. Quest’anno cadrà tre giorni prima, il 29 luglio, confermando un trend che appare incontrovertibile da 20 anni a questa parte. Stiamo parlando del giorno del sovrasfruttamento delle risorse (in inglese, Earth Overshoot Day), data in cui avremo consumato tutte le risorse naturali che la Terra è in grado di “rigenerare” in 1 anno a causa del nostro stile di vita e di consumo. Un fenomeno drammatico che si ripete sempre con alcuni giorni d’anticipo, tanto che in poco meno di 50 anni questo evento è passato dal ricorrere il 29 dicembre, nel 1970, al 29 luglio del 2019. “Si parla molto di sostenibilità a livello globale, anche se purtroppo non sempre il concetto viene associato all’alimentazione. Invece la domanda di cibo rappresenta il 26% dell’impronta ecologica globale, questo nonostante poi ogni anno 1/3 di quel cibo, pari a 1,3 miliardi di tonnellate di alimenti finisca sprecata o gettata. Solo in Italia, non vengono consumati 65 Kg/anno pro capite di alimenti. Una situazione che sta mettendo a rischio la vita del nostro Pianeta. È urgente invertire questo trend e adottare un approccio più sostenibile nei fatti, non solo nelle parole. Perché se a livello globale l’Overshoot Day è arrivato il 29 luglio, guardando alla sola Europa – secondo i dati del Global Foodprint Network – si è verificato ancora prima, il 10 maggio, e in Italia solo 5 giorni dopo, il 15 maggio, come a dire che nel Vecchio Continente il processo di esaurimento delle risorse avviene ancora più velocemente che nel resto del Pianeta. Questo nonostante il nostro sia il Paese della Dieta Mediterranea, uno dei modelli alimentare salutare e sostenibile per eccellenza ma dal quale, purtroppo, ci stiamo drammaticamente allontanando”, ha commentato Marta Antonelli, Responsabile del Programma di Ricerca di Fondazione Barilla.

Come evidenziato dal Global Footprint Network – Istituto internazionale di ricerca, che ha ideato il metodo per calcolare il consumo delle risorse attraverso l’Impronta Ecologica, attualmente utilizziamo le risorse naturali ad un ritmo 1,75 volte più veloce rispetto alla capacità di rigenerazione degli ecosistemi, il che equivale a dire che usiamo 1,75 pianeti Terra. Il sovrasfruttamento accade perché intacchiamo il capitale naturale del nostro Pianeta, quindi compromettendo ulteriormente la sua capacità futura di rigenerazione delle risorse. Ma come consumiamo queste risorse? Ben il 60% corrisponde alla “richiesta di natura” necessaria per l’assorbimento delle emissioni di anidride carbonica. E pensare che tutti noi potremmo fare qualcosa per migliorare la situazione, anche solo partendo da un diverso approccio al cibo, visto che il sistema alimentare contribuisce per oltre il 30% alle nostre emissioni di gas serra.

Vivere da americano? Ci costerebbe l’equivalente di 5 pianeti.

Nel nostro Paese si sta facendo molto per vivere in modo più sostenibile. Alcuni esempi? L’ approvazione, nel 2006, della legge Gadda contro lo spreco alimentare; l’introduzione di nuove tecniche utili a ridurre la dispersione dell’acqua usata per irrigare e progetti come quello della città di Milano, che si propone di tagliare gli sprechi alimentari del 50% entro il 2030[1], visto che abitudini sbagliate di acquisto di cibo (e il relativo consumo) da parte delle famiglie contribuiscono per oltre il 40% alle eccedenze alimentari. Eppure, c’è ancora tanto da fare per vivere in armonia con il Pianeta. Lo conferma il Food Sustainability Index – indice realizzato dalla Fondazione Barilla con The Economist Intelligence Unit. Secondo le stime del Global Footprint Network, per soddisfare i consumi degli italiani servirebbero risorse pari a 4,7 volte quelle che l’Italia genera ogni anno. Ma quali comportamenti potremmo mettere in atto nel nostro Paese per allontanare l’Overshoot Day? Dall’analisi del FSI possiamo individuare buone pratiche e aree di possibile miglioramento: oltre a ridurre lo spreco di cibo, ad esempio, si potrebbe cercare di non “pesare” troppo sugli stock ittici, che già sovrasfruttiamo per il 75%. Anche la Francia, Paese tra i più sostenibili, può fare molto: se è vero, infatti, che può vantare ottime performances su molti indicatori (usa solo il 68% dei terreni che potrebbero essere impiegati in agricoltura e fa un uso virtuoso dell’acqua) spreca più di noi. Nonostante ottime politiche contro lo spreco, infatti, ogni anno i francesi gettano ben 67 Kg di cibo pro capite. E cosa succede fuori dai confini dell’Europa? Se tutti vivessimo gli abitanti degli USA avremmo bisogno di ben 5 pianeti: negli Stati Uniti infatti ogni cittadino spreca 95 Kg di cibo l’anno e le emissioni dei cosiddetti “Greenhouse Gas”, derivanti dai combustibili fossili, dalla produzione di elettricità e dai trasporti, sono tra le più alte del mondo. Il Food Sustainability Index evidenzia anche come alcuni indicatori degli USA siano positivi (ci sono ad esempio progetti per riciclare l’acqua usata in agricoltura), ma ci sono ampi margini di miglioramento.

#MoveTheDate: sposta la data per essere in armonia con l’unico pianeta che abbiamo. Parti dalle scelte alimentari

Invertire la direzione è possibile. Se spostassimo la data del Giorno del Sovrasfruttamento in avanti di 5 giorni ogni anno, l’umanità tornerebbe a essere in armonia con il Pianeta prima del 2050. In vista dell’Earth Overshoot Day 2019, il Global Footprint Network mette in luce le azioni concrete da mettere in pratica subito e ne valuta il loro impatto. “In questa sfida per il cambiamento, le nostre scelte alimentari hanno un peso – conclude Marta Antonelli di Fondazione Barillaad esempio, dimezzare il consumo di carne annuale e preferire una dieta vegetariana contribuirebbe a muovere in avanti di 15 giorni la data dell’Overshoot Day – Questo dato comprende 10 giorni per la riduzione delle sole emissioni di metano dagli allevamenti. Se poi ogni cittadino del mondo riducesse del 50% gli sprechi alimentari, la data dell’Overshoot Day si sposterebbe di ulteriori 11 giorni”.

nche le persone, nel loro piccolo, possono contribuire a rallentare sempre di più l’arrivo dell’Overshoot Day. Per aiutarle nel loro percorso di sensibilizzazione e per scegliere facilmente i cibi che fanno bene alla nostra salute e a quella del Pianeta, la Fondazione Barilla ha messo a punto la Doppia Piramide Alimentare e Ambientale, un modello grafico che vede affiancata alla classica piramide alimentare (i cui principi coincidono con quelli della Dieta Mediterranea) una piramide (capovolta) “ambientale” nella quale gli alimenti vengono classificati in base alla loro impronta ecologica. La Doppia Piramide mostra come gli alimenti raccomandati dai nutrizionisti per la nostra salute siano anche i migliori per quella della Terra.

Questi i 3 consigli di BCFN per salvare il Pianeta, quando “usiamo la forchetta”:

  1. Aumenta il consumo di alimenti di origine vegetale come frutta, verdura, cereali soprattutto integrali, frutta secca e legumi
  2. Cerca di consumare moderatamente proteine animali
  3. Acquista in modo intelligente e decidi in anticipo cosa mangiare: comprerai il giusto ed eviterai gli sprechi.

[1] “Cibo e Città – Il ruolo delle città nel raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile” realizzato da Fondazione Barilla for Food & Nutrition insieme al MUFPP (Milan Urban Food Policy Pact)

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