Uno studio getta nuova luce nella strada della lotta contro i tumori. Sono stati infatti scoperti nuovi “soldati” del sistema immunitario che svolgono un ruolo importante nelle nostre difese contro il cancro, in particolare in alcuni tipi di sarcomi e di tumori del colon-retto. Lo studio, i cui risultati sono pubblicati dalla prestigiosa rivista scientifica Cell, è diretto e coordinato da Humanitas: primo autore è Andrea Ponzetta, coordinatori il professor Alberto Mantovani e Sébastien Jaillon.
La ricerca, sostenuta anche dal Programma 5×1000 AIRC coordinato dal professor Mantovani (dal titolo “Immunità, disseminazione del cancro e metastasi”), ha dimostrato che un tipo di globuli bianchi detti neutrofili, all’interno di alcuni tumori hanno un ruolo importante nella resistenza contro il cancro. In particolare queste cellule forniscono precise istruzioni a un tipo di cellule T che chiamiamo “non convenzionali”, attraverso un dialogo molto complesso fatto di “parole” del sistema immunitario: le citochine.
Il ruolo delle cellule T “doppie negative”
“Le cellule T sono i direttori dell’orchestra immunologica – spiega Sébastien Jaillon, ricercatore in biologia dei neutrofili, immunità e immunopatologia di Humanitas e titolare di un progetto AIRC denominato My First AIRC Grant, dedicato a ricercatori sotto i 40 anni che non hanno mai avuto un finanziamento AIRC – Solitamente le cellule T maggiormente associate alla resistenza contro i tumori sono le cosiddette CD4 eCD8. Invece le cellule T con cui dialogano i neutrofili sono le cosiddette “doppie negative”, (perché non hanno né CD4 né CD8). Ne abbiamo identificati ben 12 raggruppamenti all’interno dei tumori, a dimostrazione della straordinaria complessità del nostro sistema immunitario.
Con questo studio abbiamo scoperto che le firme molecolari che identificano i neutrofili che dialogano con le cellule doppie negative, presenti in un particolare sarcoma e in alcuni tipi di cancro, in particolare colon retto, sono associate a una prognosi migliore”.
La scoperta del ruolo dei neutrofili in alcuni tumori apre la strada all’uso sempre più efficace di armi immunologiche contro diversi tipi di tumore, a vantaggio di un sempre maggiore numero di malati di cancro.
Il valore dello studio
Lo studio, durato più di 5 anni, ha coinvolto competenze diverse – immunologi, bioinformatici, clinici – e istituzioni di più Paesi, fra cui Istituto nazionale tumori di Milano e Columbia University di New York. “Oltre che per i risultati raggiunti – conclude il prof. Alberto Mantovani, Direttore Scientifico di Humanitas e docente di Humanitas University – la ricerca è importante anche per il metodo utilizzato. Abbiamo infatti lavorato con approcci di bioinformatica su database pubblici, di pazienti, verificando poi i dati anche su pazienti del nostro ospedale. Inoltre, uno studio di questo tipo dimostra l’importanza di attrarre nel nostro Paese cervelli internazionali come Sébastien Jaillon, e di collaborare con istituzioni di tutto il mondo, per unire competenze ed eccellenze”.