Il quinto rapporto del progetto Sentieri, sullo stato di salute della popolazione residente in 45 Siti di interesse nazionale per le bonifiche (Sin), ha evidenziato “un eccesso di malformazioni congenite è stato osservato nel 50% dei 15 siti indagati sul periodo 2002-2015: Gela, Laghi di Mantova, Livorno, Manfredonia, Milazzo, Piombino e Taranto, che sono per lo più caratterizzati dalla presenza di attività industriali complesse. Si tratta di patologie molto rare che possono derivare da più cause. Ad esempio a Taranto le malformazioni in eccesso sono 3-4 casi in media ogni anno e si tratta di anomalie a carico del sistema nervoso e degli arti“.
I dati erano stati anticipati nei giorni scorsi a Taranto ma “la presentazione del Rapporto del Progetto Sentieri sullo stato di salute delle popolazioni che vivono nei 45 siti attualmente, o in passato, riconosciuti di interesse nazionale per le bonifiche, rappresenta una tappa nel sistema permanente di sorveglianza epidemiologica“, come ha scritto il ministro della Salute Giulia Grillo in un tweet. Il ministro ha sottolineato “ambiente è salute, salute è ambiente. Non si può più ragionare per compartimenti stagni. Per questo sono aperta a sostenere le proposte che vadano nella direzione di scelte efficaci per il miglioramento della salute e dell’impatto ambientale“.
Il rapporto del Progetto Sentieri dell’Istituto superiore di sanità (Iss) è stato presentato all’Iss alla presenza del ministero della Salute. Nel complesso, l’aggiornamento Sentieri ha riguardato 319 comuni e una popolazione di 5,9 mln abitanti, per i quali si è esaminata la mortalità, l’ospedalizzazione, e ove il dato era disponibile, l’incidenza oncologica e le malformazioni congenite. In generale, il profilo di salute delle popolazioni che risiedono nei comuni inclusi nei Sins presenta “alcune criticità“, soprattutto nei siti dove non sono state effettuate opere di bonifica o dove, anche in presenza di azioni di risanamento, le esposizioni avvenute negli scorsi decenni si riflettono in eccessi di patologie con lunga latenza.
Nella popolazione generale dei 45 siti sono state rilevate in otto anni (2006-2013) 5.267 morti in eccesso rispetto all’atteso nel genere maschile per tutte le cause (+4%), e 3.375 per tutti i tumori maligni (+3%), rispettivamente 6.725 (+5%) e 1.910 (+2%) nel genere femminile. Nei 22 siti serviti da registri tumori sono stati stimati in 5 anni (periodi diversi a seconda dei registri nell’arco temporale 2006-2013) 1.220 casi di tumori maligni in eccesso nel genere maschile, 1.425 nel genere femminile (popolazione generale). In 28 siti serviti da 22 registri tumori e 8 registri tumori infantili (periodi diversi a seconda dei registri nell’arco temporale 2006-2013) sono stati osservati 1.050 casi di tumori maligni in bambini, adolescenti e giovani adulti.
Accanto alle segnalazioni di diverse criticità nei Sin, “vanno valorizzati i contesti territoriali nei quali si registrano segnali di attenuazione di rischi precedentemente rilevati, o riduzioni dell’esposizione a specifici fattori di rischio. Il sito di Brescia, ad esempio, è stato riconosciuto di interesse nazionale per le bonifiche in relazione all’inquinamento prodotto da un’industria produttrice di policlorobifenili (Pcb). A partire dai primi anni 2000, la Asl (ora Ats) imponeva severe restrizioni al consumo di alimenti contaminati. Gli eccessi di melanomi e linfomi non Hodgkin registrati in passato appaiono ora attenuati, e i livelli ematici di Pcb misurati in campioni di popolazione diminuiscono nel tempo“, ha rivelato il rapporto.
“Nel Sin di Biancavilla, ove la popolazione per decenni è stata inconsapevolmente esposta a fibre di fluoro-edenite, un minerale cancerogeno asbestiforme estratto da una cava, a seguito del blocco dell’attività di cava e asfaltando le strade precedentemente pavimentate con i materiali di scarto della cava stessa, il livello di fibre aerodisperse nell’area urbana è drasticamente calato. Conseguentemente, è ragionevole attendersi che si esaurirà anche l’eccesso di mesoteliomi (a latenza molto lunga) nelle generazioni future“, conclude il rapporto.