Le numerose scosse di terremoto, di magnitudo intorno a 2, registrate nell’agrigentino questa mattina sono simili a quelle che si sono verificate nella stessa area negli ultimi 40 anni. “Questa zona fa parte di una fascia di pericolosità medio-alta“, ha spiegato il sismologo Alessandro Amato, dell’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv). L’evento più importante registrato in quest’area fino ad oggi, ha spiegato l’esperto, è stato il terremoto di magnitudo 6,4 avvenuto nel 1968 nella Valle del Belice. L’area di quella lunga sequenza sismica iniziata nel nella notte fra il 14 e il 15 gennaio 1968 “era stata ampia e la sequenza abbastanza lunga, con molti eventi di magnitudo superiore a 5. Prima di quell’evento non si erano registrati, storicamente, altri terremoti importanti“, ha detto Amato.
In merito alla faglia che aveva generato quel terremoto, “gli strumenti disponibili in quell’epoca non erano adeguati a fornire indicazioni certe“. Alla luce della sismicità registrata negli ultimi 40 anni, ha precisato il sismologo, “ci accorgiamo che nell’agrigentino le sequenze non sono state molte, anche se diffuse e con terremoti di magnitudo inferiore a 4“: dal 1985 in poi ne è avvenuta una nel 1998, seguita da una fra il 2005 e il 2006; la più recente risale al periodo fra il 2011 e il 2012.