“Torneremo molto presto sulla Luna, e un giorno, presto, pianteremo la bandiera americana su Marte“: ormai per il presidente americano e’ un refrain. E lo ha ripetuto anche ieri, in occasione del 50° anniversario del primo allunaggio: annunciando i prossimi passi, ha detto che l’obiettivo e’ tornare sulla Luna -stavolta non solo con uomini, ma anche con una donna- e puntare verso il ‘pianeta rosso’. Si apre “una nuova era di esplorazione” per ripristinare il dominio e la leadership dell’America nello spazio. “Per onorare coloro che sono venuti prima di noi e per il futuro progresso di tutta l’umanita’, ci impegniamo ad avviare una nuova era di esplorazioni, estendendo il nostro spirito pionieristico agli estremi confini dell’universo“.
Ma se la prima corsa allo spazio era tra Usa e Urss, adesso e’ tra Stati Uniti e Cina. La Cina ha scalzato l’Unione Sovietica come principale competitor degli Stati Uniti nella nuova epopea spaziale. Solo nel 2019 Pechino ha stanziato 5,8 miliardi di dollari per l’esplorazione spaziale, secondo le stime di Euroconsult. E alla vigilia del cinquantesimo anniversario dell’impresa dell’Apollo 11, la sonda cinese Chang’e-4 ha effettuato un atterraggio morbido sul lato nascosto della Luna: un’impresa mai tentata prima e che ha acceso tutti i radar dell’amministrazione Trump. Lo stesso amministratore della Nasa, Jim Bridenstine, l’ha definita un risultato “impressionante e una prima volta per l’umanita‘” ed ha annunciato, poche settimane dopo, il programma Artemis.
“La prima volta che l’umanita’ e’ andata sulla Luna lo ha fatto con il nome Apollo. Quel programma ha cambiato per sempre la storia, ma Apollo aveva una sorella gemella, Artemis, la dea della Luna. Penso che sia molto bello che a 50 anni di distanza dalla missione Apollo, il programma Artemis portera’ il prossimo uomo e la prima donna sulla Luna nel 2024“, ha dichiarato, marcando la sfida con Pechino. La missione Chang’e-4, che ha rimandato sulla terra per la prima volta le immagini del lato nascosto della Luna, e’ stato presentata da Pechino come un’esplorazione come tutte le altre, l’ultimo passo nella missione dell’umanita’ per comprendere e sfruttare al meglio l’universo. Ma l’esplorazione dello spazio e’ sempre andata di pari passo al potere e al prestigio. E l’impresa di Pechino rappresenta l’ultimo capitolo nella nuova corsa allo spazio tra Cina e Stati Uniti, una corsa che segnera’ la guerra moderna, secondo un rapporto della Defense Intelligence Agency statunitense, pubblicato a gennaio e che identificava la Cina come una “minaccia“.
A Pechino, il ministero degli esteri ha replicato definendo “azzardato” e “totalmente infondato” il documento e insistendo sul fatto che la Cina “si oppone alla militarizzazione e alla corsa agli armamenti nello spazio“. E proprio sull’onda della nuova ‘space race’, a febbraio Trump ha firmato una direttiva che ordina la creazione di una Space Force, una nuova branca dell’esercito “per scoraggiare e contrastare le minacce nello spazio”.