La mancanza di risorse umane e di fondi sta mettendo a rischio la fornitura di servizi idrici e sanitari nei paesi più poveri del mondo, tanto che, meno del 15% degli Stati, dispone delle risorse finanziarie o umane necessarie per attuare i propri piani ad hoc. L’allarme arriva da un nuovo rapporto dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e dell’United Nation-Water, presentato in occasione della Settimana Mondiale dell’acqua, la conferenza annuale in corso a Stoccolma. La Global Analysis and Assessment of Sanitation and Drinking-Water (Glaas) ha esaminato 115 Paesi e territori, che rappresentano 4,5 miliardi di persone.
Circa la metà dei paesi intervistati ha ora fissato obiettivi per l’acqua potabile e servizi igienico-sanitari sicuri che mirano a una copertura universale entro il 2030. Tuttavia, nella stragrande maggioranza dei paesi, l’attuazione di tali politiche e’ limitata da risorse umane e finanziarie inadeguate, e 20 Paesi hanno segnalato un divario di finanziamento superiore al 60% tra esigenze identificate e finanziamenti disponibili.
“Troppe persone non hanno accesso ad acqua potabile, servizi igienici e sanitari, mettendole a rischio di infezioni mortali e minacciando i progressi nella salute pubblica”, afferma Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Oms. “Se vogliamo creare una società più sana, equa e stabile, questi servizi devono essere una priorità assoluta“, afferma Gilbert F. Houngbo, presidente di UN-Water e presidente del Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo.