Nel mondo, la disponibilità di cibo e acqua potabile rischia di diminuire con l’aumento e la frequenza degli eventi climatici estremi. L’allarme arriva dal nuovo rapporto dell’IPCC, il gruppo intergovernativo dell’Onu sul cambiamento climatico, che oggi ha diffuso alcune stime per il 2050. Preoccupante la situazione relativa alle risorse idriche: già mezzo miliardo di persone vivono in zone a rischio desertificazione. Gli scenari dell’IPCC prevedono un aumento della popolazione vulnerabile agli stress idrici: nel 2050, per alcuni relatori dello studio, questa potrebbe raggiungere i 178 milioni, nel caso in cui l’aumento di temperatura non superi 1,5°C. Se dovesse arrivare a 3°C, le persone minacciate dalla mancanza di acqua potrebbero essere 277 milioni.
Asia ed Africa sono considerate le aree dove si concentrerà il più alto numero di persone esposte alla desertificazione crescente, ma preoccupa anche l’aumento di incendi nelle Americhe e nel Mediterraneo oltre che in Africa meridionale e Asia centrale. Si stima inoltre che l’erosione dei terreni, in conseguenza della combinazione tra l’innalzamento del mare e cicloni più intensi, possa portare a un aumento delle disuguaglianze e nei mezzi di sussistenza in aree soggette a cicloni. In generale, gli studiosi dell’IPCC concordano nel dire che le prime vittime del cambiamento climatico saranno i più giovani, le donne, gli anziani e i poveri. “Il livello di rischio posto dal cambiamento climatico– è il monito dell’IPCC- dipende sia dal livello di riscaldamento che dall’evoluzione della popolazione, dei consumi, della produzione, dello sviluppo tecnologico e della gestione delle terre“.