Colesterolo alto: l’incubo, a ragione, di molti. Come spiega un approfondimento dell’Humanitas esso “appartiene alla famiglia dei lipidi o grassi; è una delle componenti della membrana delle cellule ed è presente nel sangue e in tutti i tessuti. Mentre, in quantità fisiologiche, è indispensabile per la costruzione di cellule sane, quando i livelli circolanti sono alti, costituisce uno dei fattori di rischio maggiori per le malattie cardiache“.
Tra le cause vi sono senza dubbio una cattiva alimentazione, sovrappeso, il fumo e la mancanza di attività fisica. Ecco i valori normali o patologici di colesterolemia e rischio cardiovascolare forniti dall’Humanitas:
Valori (mg/dL), livello | Rischio cardiovascolare | |||
Colesterolo totale | < 200: normale | basso, valore desiderabile | ||
200-239: borderline alto | moderato | |||
>240:alto | alto | |||
Colesterolo LDL | <130: normale | basso, valore desiderabile | ||
130-159: borderline alto | moderato | |||
>159: alto | alto | |||
Colesterolo HDL | <40 negli uomini <50 nelle donne: basso |
alto | ||
40/50-59: normale | medio-basso | |||
>60: alto | basso (protettivo per le malattie cardiovascolari) |
Un aspetto che però in molti trascurano è il colesterolo HDL: non basta infatti controllare che quello LDL sia nel range, bisogna evitare che il colesterolo HDL sia basso, in quanto in tal caso il rischio di malattie cardiovascolari aumenta.
HDL basso e rischio cardiovascolare
Uno studio svoltosi a Monaco di Baviera, in Germania, ha rivelato che valori troppo bassi di colesterolo HDL possono essere associati all’aumento del rischio di infarto e di morte. La ricerca in particolare ha osservato la correlazione tra valori di HDL bassi e rischi di infarto: lo studio è stato condotto su 5.965 persone di età media pari a 63 anni e di cui il 35% di sesso femminile. La maggior parte dei partecipanti aveva avuto una malattia cardiaca.
I partecipanti sono stati divisi in 5 gruppi a seconda del loro livello di colesterolo HDL: meno di 30 mg/dl (0,78 mmol/L), 31-40 mg/dl (0,8-1 mmol/L); 41-50 mg/dl (1,1-1,3 mmol/L); 51-60 mg/dl (1,3-1,5 mmol/L); e superiore a 60 mg/dl (1,5 mmol/L). Osservando il loro stato di salute per un periodo pari a 4 anni, è stato rilevato che il il 13% (769 ) di essi hanno avuto un infarto o sono morti per cause cardiovascolari.
Nello specifico chi presentava valori di colesterolo HDL 41-60 mg/dl (1,1-1,5 mmol / l) aveva il più basso rischio di infarto o morte cardiovascolare. Tale pericolo però cresceva sia nei partecipanti con bassi livelli (meno di 41 mg/dl) sia in quelli con livelli molto alti (superiori a 60 mg / dl. Chi presentava livelli di HDL superiori a 60 mg/dl (1,5 mmol/L) presentava un aumento del 50% del rischio di morire per cause cardiovascolari o avere un attacco cardiaco rispetto a quelli con livelli di colesterolo HDL 41-60 mg/dl.
Come spiega il dott. Marc Allard-Ratick, della Emory University School of Medicine di Atlanta, negli Stati Uniti, “Potrebbe essere il momento di cambiare il modo in cui vediamo il colesterolo HDL. Tradizionalmente, i medici dicono ai loro pazienti che più alto è il colesterolo ‘buono’ meglio è, ma i risultati di questo studio e altri suggeriscono che potrebbe non essere più così”.
“I nostri risultati sono importanti perché contribuiscono a un corpo sempre crescente di prove del fatto che livelli di colesterolo HDL molto alti potrebbero non essere protettivi, e poiché a differenza di molti altri dati disponibili in questo momento, questo studio è stato condotto principalmente in pazienti con cardiopatia stabilita”, ha concluso il dott. Allard-Ratick.
Tra i fattori che diminuiscono i livelli di HDL vi sono obesità, sedentarietà, assunzione eccessiva di carboidrati, fumo, ma anche l’assunzione di alcuni farmaci come quelli androgeni, progestinici, beta bloccanti, diuretici. A volte il colesterolo HDL si riduce in conseguenza alcune malattie come il diabete, disordini epatocellulari, insufficienza renale cronica.
Quali sono le abitudini amiche del colesterolo HDL
Per mantenere giusti valori di colesterolo HDL, è opportuno innanzitutto aumentare i livelli di niacina (o acido nicotinico), la cosiddetta vitamina B3, nel caso in cui sia basso. In generale invece occorre limitare i grassi animali e mangiare tanta frutta e verdura. Occorre inoltre ridurre il peso corporeo, se eccessivo, evitare di fumare e di bere troppi alcolici.