Due trattamenti sperimentali contro l’Ebola hanno funzionato su circa il 90% dei pazienti su cui sono state usati nell’ambito di uno studio su quattro possibili nuove terapie contro la temibile malattia. I malati erano tutti ad uno stadio iniziale dell’infezione. Le terapie verranno offerte a tutti i malati in Congo. L’annuncio – scrive il New York Times – è stato dato dall’Oms (Organizzazione mondiale della Sanita’), dall’Nih (National Institutes of Health), e da Jean-Paul Muyembe, direttore dell’Istituto per la Ricerca del Congo.
I trattamenti – chiamati ‘REGN-EB3’ e ‘mAb-114’ – sono anticorpi monoclonali che vengono infusi per endovena nei malati. Funzionano ‘attaccandosi‘ all’esterno del virus prevenendone l’ingresso nelle cellule de malati. Parte di una sperimentazione su 700 pazienti di 4 possibili nuove cure, le due terapie hanno avuto un successo tale che la commissione di controllo sullo studio ha deciso di bloccare immediatamente i test e di offrire ‘REGN-EB3’ e ‘mAB-14’ a tutti i pazienti in Congo.
A spiegare i dettagli dell’annuncio e’ il ‘New York Times’: l’ uso delle altre due, molto meno efficaci, terapie – ZMapp e remdesivir – è stato cosiìsospeso. A spiegare i risultati è stato Anthony Fauci, direttore dell’ Istituto nazionale Usa per le malattie infettive: solo il 6% dei pazienti con basso carico virale – ossia infettati da poco – che ha usato ‘REGN-EB3’ è morto. E tra quelli nelle stesse condizioni che hanno usato ‘mAB-114′, l’11% e’ morto. La differenza tra le due cure viene considerata non significativa statisticamente.
Quanto alle altre due terapie sperimentali: il 33% dei malati a stadio iniziale che ha preso ‘remdesivir’ (un farmaco antivirale) è morto. Stessa sorte è toccata al 24% di chi aveva usato ‘ZMapp’ (vecchio medicinale a base di anticorpi monoclonali).
Siamo lieti di avere ben due opzioni ora contro l’ebola, ha osservato con il ‘New York Times’, Michael Ryan, direttore delle risposte di emergenza dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Quanto a Jean-Pail Muyembe, 77 anni, direttore dell’ Istituto di Ricerca Biomedica del Congo e pioniere della lotta all’ ebola, ha confessato al quotidiano di New York: “Sono quasi commosso, ho creduto per tanto tempo in questa strada per combattere la malattia”. Proprio Muyembe era stato il primo a tentare di usare gli anticorpi del sangue dei sopravvissuti all’ ebola nelle terapie.