Prosegue l’allerta incendi in Amazzonia, dove i roghi hanno interessato una vasta zona del polmone del mondo, causando ingenti danni a tutto l’ecosistema del territorio e conseguenze che potrebbero avere delle proporzioni globali. Da gennaio ad oggi in Brasile si sono contati 83.329 roghi, più della metà di questi (52,1%) nella foresta pluviale amazzonica, stando ai dati forniti dallo Space Observation Institute. Il presidente Jair Bolsonaro ha firmato un decreto che proibisce i disboscamenti in tutto il Brasile. Il divieto sarà in vigore per due mesi ed ha l’obiettivo di cercare di fermare la moltiplicazione degli incendi in Amazzonia.
La decisione di Bolsonaro arriva in seguito ad una crescente pressione interna ed internazionale da quando l’Amazzonia è stata devastata dagli incendi. L’ aumento dei roghi è pari al 77% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso e rappresenta un record di incendi dal 2010. Il governo, che assicura che i focolai stiano diminuendo, ha dispiegato oltre 3.900 soldati, centinaia di veicoli militari e 18 aerei, tra cui due petroliere Hercules C-130, per controllare le fiamme.
Alleanze contro gli incendi: “Un milione di dollari contro gli incendi in Bolivia”
Il presidente della Bolivia, Evo Morales, ha annunciato che l’Alleanza bolivariana per le Americhe (Alba) – il gruppo di cooperazione politica, sociale ed economica tra i paesi dell’America Latina e i Paesi caraibici, promossa dal Venezuela e da Cuba – ha deciso di sostenere con un milione di dollari le azioni per combattere gli incendi che hanno devastato migliaia di ettari di foreste e praterie nella regione boliviana orientale di Santa Cruz.
Quattrocento soldati di altre regioni sono arrivati anche a San Ignacio de Velasco per affrontare gli incendi, come reso noto dal ministero della Difesa in una nota. Gli incendi in Bolivia, iniziati all’inizio del mese, si concentrano in diverse localita’ di Santa Cruz, in particolare in Chiquitania, una zona di transizione tra il Chaco e l’Amazzonia. Morales ha annunciato che ci sara’ una “pausa ecologica” nelle aree colpite, durante la quale non sara’ permesso bruciare praterie e insediamenti umani.