La situazione in Amazzonia, devastata dalla deforestazione e dagli incendi, è “fuori controllo” e ciò che avviene è un “crimine contro l’umanità”. È quanto denuncia l’attivista ecologista brasiliana Marina Silva, accusando il governo di ultradestra del presidente Jair Bolsonaro di permettere una “azione sfrenata” che colpisce un ecosistema vitale per il pianeta.
La ex candidata alle presidenziali, in visita a Bogotà, in un’intervista con AFP giovedì, ha affermato che il gigante latinoamericano ha il know-how e la tecnologia per domare gli incendi, che a suo parere in realtà divorano la foresta per la “negligenza” della squadra di Bolsonaro.
Marina Silva, che è stata ministra dell’Ambiente dal 2003 al 2008 sotto il presidente di sinistra Luiz Inacio Lula da Silva (2003-2010), ha aggiunto che è in corso la formazione di un movimento per esigere che il Parlamento scarti le iniziative legislative “contrarie” alla protezione della natura. Insignita del prestigioso premio Goldman Environmental nel 1996, considerato il Nobel verde, Marina Silva ha criticato pesantemente Bolsonaro, ritenendo che ciò che avviene in Amazzonia, il cui 60% è situato in Brasile, costituisca un “crimine contro l’umanità”.