L’Amazzonia è sempre stato il polmone verde della Terra, ma prima era inabitabile: solo le selvagge Amazzoni potevano domarla

L'Amazzonia, prima di bruciare, era un territorio verde ma inabitabile. La relazione di Gaspar de Carvajal descrive l'antico territorio
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L’Amazzonia è sempre stato il polmone verde della Terra, nonché uno dei territori con la maggiore concentrazione di biodiversità: i dati parlano di circa 2,5 milioni di specie di insetti, 3 000 specie di pesci, 1 294 specie di uccelli (di cui un quinto vive nella foresta amazzonica), 427 specie di mammiferi, 427 specie di anfibi e 378 specie di rettili e sono state contate almeno 60 000 specie di piante. Gli scienziati hanno individuato fra le 96 669 e 128 843 specie di invertebrati solo nell’area Brasiliana.

Territorio dell’Amazzonia

Ma l’Amazzonia ha avuto una storia molto particolare, cominciata con un missionario dominicano spagnolo di nome Gaspar de Carvajal, conosciuto per i suoi viaggi in Sudamerica. In quanto cappellano della spedizione, egli stilò una relazione dettagliata sulla spedizione, che condusse lui e i suoi uomini attraverso le Ande, fino poi a giungere nella Foresta Amazzonica. Qui, Gaspar si rese conto che la vita per l’uomo sarebbe stata complessa e priva di approvvigionamenti, in quanto il territorio si mostrava inospitale e difficilmente agibile per l’essere umano.

Qui Gonzalo Pizarro comunicò al suo vice, Francisco de Orellana, di trovare la sorgente del fiume Napo: per farlo, l’unico modo era seguire l’intero suo corso. Sia Gonzalo che Gaspar erano privi di certezze, ma non di speranze: erano fiduciosi del fatto che, una volta trovata la sorgente, gli uomini fossero in grado di riportare delle provviste al gruppo con l’imbarcazione con cui erano giunti.

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Piccola imbarcazione in Amazzonia

Orellana, dopo un lungo peregrinaggio lungo il corso del fiume, giunse alla confluenza tra il Napo e il Trinidad, ma lì le loro speranze si frantumarono in un violento impatto contro la realtà: non c’erano provviste ad attenderli. Quindi, non potendo fare dietro-front a causa della corrente, scese tutto il Rio delle Amazzoni e arrivò alla sua foce nel 1542. Carvajal seguì tutto il viaggio di Orellana e scrisse un diario che diede vita all’opera Relaciòn del nuevo descubrimiento del famoso rìo Grande que descubriò por muy gran ventura el capitán Francisco de Orellana. 

In queste note di Carvajal viene anche descritta una popolazione molto violenta che viveva in condizioni selvagge nell’antica Amazzonia: gli spagnoli si trovarono a combattere contro i Tapuyas, tribù nelle cui file erano arruolate anche delle donne. Francisco de Orellana denominò infatti il fiume Rio delle Amazzoni, in quanto le donne guerriere gli fecero tornare alla mente le antiche Amazzoni dell’Asia e dell’Africa, descritte da Erodoto e Diodoro Siculo, nella mitologia greca.

Raffigurazioni delle Amazzoni a cavallo

Le Amazzoni vivevano, secondo Erodoto, in Scizia presso il fiume Tanai e, secondo i resoconti etnografici, le donne combattevano (anche a cavallo) tra le fila dei Sarmati, una popolazione nomade di etnia iranica, vestivano come gli uomini e non convolavano a nozze prima di aver ucciso un nemico in battaglia.

Le Amazzoni venivano viste come delle nemiche dai Greci, in quanto, in una società maschilista come quella greca, delle donne guerriere non sarebbero dovute neppure esistere.

Statua di un’Amazzone

Dunque, Francisco Orellana, anche a causa di questo particolare curioso delle donne “guerriere” nelle fila di quella tribù nella zona, fece un raffronto che, ancora oggi, è presente nell’antico testo del dominicano Gaspar.

L’Amazzonia è, dunque, rimasto uno dei luoghi più “selvaggi” della terra, pur essendo stato colonizzata e provata dall’intervento umano: le sue risorse si sono diversificate durante gli ultimi anni, le economie di sussistenza delle piccole comunità di gruppi indigeni rimangono strettamente in correlazione con la foresta e con i corsi d’acqua, ma in aree che occupano sempre più spazio ci si concentra anche sull’agricoltura, allevamento, industria mineraria, estrazione di minerali e idrocarburi.

Specie animali in Amazzonia

Purtroppo, oggi, l’Amazzonia non è più quella di una volta: parte del suo verde è stato tramutato in color cenere a causa delle fiamme che la devastano, gli incendi sono sempre meno domati a causa di conflitti interni e politici tra i vari stati. Attualmente, in Amazzonia, vige più orgoglio economico che verde.

Tuttavia, le ultime notizie, parlano del Presidente Jair Bolsonaro che, dopo aver respinto gli aiuti offerti dal G7 in Francia, definendoli un modo per interferire negli affari interni del Paese, Otavio Rego Barros, portavoce di Bolsonaro, ha fatto marcia indietro:

“Il Governo è pronto ad accettare gli aiuti finanziari provenienti da altri paesi, ma il punto è che queste finanze dovranno essere in mano al popolo brasiliano”

Pare quindi che gli aiuti economici, proposti per porre rimedio ad un’Amazzonia sempre più devastata, giungeranno in patria senza altri ostacoli.

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