Leucemia, con CAR-T “tasso di remissione dell’81% e sopravvivenza libera da recidiva duratura nel 55% dei casi”
Tisagenlecleucel è l'unico CAR-T a essere indicato in bambini e ragazzi con Leucemia Linfoblastica Acuta (LLA) a cellule B e in adulti con Linfoma diffuso a grandi cellule B (DLBCL)
Novartis e AIFA hanno raggiunto il primo, e ad oggi unico, accordo per dare il via all’accesso a tisagenlecleucel (Kymriah) su tutto il territorio italiano. Si tratta di un traguardo importante per Novartis nella propria missione di reinterpretare in modo nuovo la medicina. Tisagenlecleucel, infatti, intreccia le tre tecnologie più d’avanguardia in campo oncologico: immunoterapia, terapia cellulare e terapia genica. Tisagenlecleucel è l’unico CAR-T a essere indicato in bambini e ragazzi con Leucemia Linfoblastica Acuta (LLA) a cellule B e in adulti con Linfoma diffuso a grandi cellule B (DLBCL), che siano diventati resistenti alle altre terapie, o nei quali la malattia sia ricomparsa dopo una risposta ai trattamenti standard. Una nuova occasione per questi pazienti con forme aggressive di tumori ematologici per i quali non vi sarebbero più altre opzioni di cura.
È un “trattamento vivo”, una immunoterapia cellulare autologa, prodotta a partire dai linfociti T del paziente, riprogrammati per identificare ed eliminare le cellule esprimenti CD19, in modo altamente personalizzato. Tisagenlecleucel è infatti in grado di restituire al sistema immunitario del paziente, attraverso un processo altamente personalizzato per ogni individuo, la sua naturale capacità di riconoscere ed eliminare le cellule tumorali.
Con tecniche di ingegneria genetica si inserisce un gene nei linfociti T che così esprimeranno il recettore chimerico per l’antigene (CAR -Chimeric Antigen Receptor). Chimerico perché, come la chimera, la figura mitologica formato da parti del corpo di animali diversi, tisagenlecleucel è costituito da porzioni di molecole diverse: un anticorpo che, come un radar, riconosce l’antigene da aggredire (il CD19) e porzioni co-stimolatorie (4-1BB) che attivano il linfocita contro quel bersaglio. Così il linfocita T diventa un’arma potentissima che intercetta le cellule tumorali distruggendole. È proprio il dominio co-stimolatorio 4-1BB ad assicurare l’espansione dei linfociti ingegnerizzati e la loro sopravvivenza, garantendone a lungo la permanenza nel corpo del paziente. Inoltre, induce una maggior differenziazione delle cellule CAR-T in linfociti T della memoria, così che all’azione antitumorale persistente si affianca un’attività di immunosorveglianza nei confronti delle cellule cancerose. Il rivoluzionario meccanismo di azione di questo trattamento fa in modo che possano essere curati i pazienti con LLA a cellule B e DLBCL refrattari e/o recidivanti che non rispondono più alle terapie standard.
L’efficacia di tisagenlecleucel è infatti dimostrata solo per queste forme particolari di leucemia e Linfoma giunte ad uno stadio finora considerato non curabile. L’utilizzo di tisagenlecleucel per altre tipologie tumorali è ancora in fase di ricerca e come tale non ci sono dati a supporto per il suo utilizzo al di fuori di tali indicazioni se non all’interno di studi clinici. “Al valore scientifico di questa assoluta novità terapeutica si aggiunge il valore clinico perché la sua efficacia è profonda e duratura, anche in pazienti molto fragili – spiega Andrea Biondi, direttore della Clinica pediatrica dell’Università Milano Bicocca presso la Fondazione Monza e Brianza per il Bambino e la sua Mamma all’Ospedale San Gerardo d Monza, l’unico centro in Italia a sperimentare tisagenlecleucel in ambito pediatrico e che ad oggi ha trattato dieci bambini -. Tisagenlecleucel rappresenta una reale opportunità per questi pazienti e per le loro famiglie, dato che ha dimostrato un tasso di remissione globale dell’81%, con una risposta dal carattere completo e una sopravvivenza libera da recidiva duratura al follow-up, in oltre il 55% dei casi”. Il Linfoma diffuso a grandi cellule B (DLBCL) è una forma di Linfoma non Hodgkin (LNH) molto aggressiva e difficile da trattare soprattutto quando recidiva. “Tisagenlecleucel dimostra che si può guarire uno stadio di malattia fino a ieri considerato non curabile – aggiunge Fabio Ciceri, Direttore Ematologia e Trapianto di Midollo, IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano -. Sono circa 700 pazienti che ogni anno esauriscono le opzioni terapeutiche standard e che, grazie a terapie di questo tipo avranno un nuovo orizzonte di vita. I dati finora disponibili, infatti, ci mostrano una durata prolungata della risposta e una probabilità di sopravvivenza che si mantiene stabile con il tempo“.