Il meteo è uno degli argomenti più dibattuti, ma sappiamo davvero di cosa si tratta quando parliamo, ad esempio, di “bomba d’acqua” o di “tromba d’aria“? Sul tema fanno chiarezza gli esperti della Fondazione Omd (Osservatorio Meteorologico Milano Duomo).
Temperatura reale e temperatura percepita: soprattutto durante un’ondata di caldo capita di sentire citare altissime temperature. In alcuni casi si tratta di valori reali, cioè valori di temperatura dell’aria effettivamente misurati da un termometro; in altri però quella citata è la temperatura percepita, meglio detta “indice di calore” o “indice biometeorologico”. Esistono diverse tipologie di calcolo di questo indice: alcune, come l’humidex o l’heat index, si basano solo su temperatura e umidità, mentre altre aggiungono variabili come il vento o la radiazione solare. Lo scopo è quello di descrivere il benessere o il disagio fisiologico che si provano in determinate condizioni atmosferiche.
Bisogna anche tenere conto di un altro criterio, la posizione del termometro: la temperatura registrata in un’auto parcheggiata al sole, per esempio, non può essere considerata un valore reale.
Caldo afoso e caldo torrido: queste due espressioni non sono sinonimi, ma descrivono situazioni in antitesi tra di loro. Il caldo afoso è un caldo umido, caratterizzato da un alto livello di umidità relativa; si parla invece di caldo torrido quando lo stesso valore è piuttosto basso e si verifica quindi una condizione di caldo secco.
Cicloni e anticicloni: negli anni ’50, sulla scia di quanto già avveniva negli Stati Uniti per le tempeste tropicali, anche in Europa si iniziò a dare un nome ai principali cicloni e anticicloni (le aree di bassa e alta pressione che con la loro distribuzione determinano lo spostamento delle masse d’aria e l’alternanza del tempo meteorologico). Soprattutto negli ultimi anni i nomi hanno cominciato a moltiplicarsi, spesso arbitrariamente e a dispetto dei nomi ufficiali, anche in Italia. È importante sottolineare che spesso tale nomenclatura non ha nessun tipo di fondamento: prova ne è il fatto che lo stesso anticiclone viene battezzato con due o più nomi diversi, con conseguente inevitabile confusione.
Trombe d’aria durante i temporali: a volte, al di sotto della nube temporalesca (il cumulonembo) si forma una colonna d’aria che ruotando può toccare il suolo oppure la superficie del mare, è in questi casi che si parla rispettivamente di tromba d’aria o di tromba marina. Se la colonna d’aria non tocca terra è un “funnel”. I danni causati dal vento durante un violento temporale nella maggior parte dei casi sono invece riconducibili al “downburst”, violente raffiche dovute alle forti correnti discendenti temporalesche: in questo caso i venti non hanno un moto rotatorio, ma si muovono orizzontalmente dopo aver impattato al suolo.