Una ricerca della World Weather Attribution – organizzazione internazionale dedicata allo studio del clima che vanta tra i propri partner le università di Oxford e Princeton, la Società Reale di meteorologia dei Paesi Bassi e il Centro nazionale per gli studi atmosferici degli Stati Uniti – ha preso in considerazione gli eventi meteo verificatisi in Europa, concludendo che le ondate di caldo che hanno colpito l’area occidentale del Vecchio Continente nei mesi di giugno e luglio sono state rese più intense dai cambiamenti climatici indotti dall’azione dell’uomo.
A giugno 2019 sono stati infranti dei record, e nel mese successivo si sono registrati ulteriori picchi: secondo la ricerca, il ruolo dei cambiamenti climatici derivanti dall’attività antropica è stato determinante.
Ad esempio, prendendo in considerazione le ondate di caldo in Francia e Olanda nel quadro della situazione climatica attuale, si stima che eventi di questa portata possano ripresentarsi in un arco di tempo che va da 50 a 150 anni, ma in un clima non modificato dall’uomo il tempo di ritorno sarebbe invece di 1000 anni circa.
Lo stesso fattore si riscontra anche per gli eventi registrati in Regno Unito e in Germania, dove l’eccezionalità è minore (10-30 anni come tempo di ritorno attuale, circa 200 in un clima non modificato), ma l’accelerazione altrettanto importante.
Lo studio ha rilevato anche che tutte le recenti ondate di caldo che hanno colpito l’Europa dal 2003 a oggi sono state rese più pesanti dall’intervento dell’uomo che ha modificato il clima, tanto che eventi come quelli di luglio 2019 vengono definiti “estremamente improbabili” senza i cambiamenti climatici.
A Parigi si sono toccati i +42,6°C (+43,6°C addirittura in una zona residenziale alle porte della città), quando il record precedente era +40,4°C. In Belgio e Olanda non si erano mai raggiunti in precedenza i +40°C, cosa che è successa quest’estate in entrambi i Paesi. In Germania, a Lingen, una stazione ha registrato +42,6°C, mentre il precedente massimo storico era fissato a +40,3°C. Queste temperature – si spiega nel rapporto WWA – “sono pericolose per la salute, in particolare se si protraggono per diversi giorni e notti. Le ondate di calore aumentano la mortalità, specialmente tra persone affette da malattie respiratorie e cardiovascolari“.
Riguardo al futuro, il WWA ritiene che nel 2040 le ondate di caldo diventeranno 4 volte più probabili, con la possibilità di un ulteriore aumento delle temperature di oltre 1°C.