“Sono i giorni del dolore e della rabbia. Momenti che non scorderò mai. Una ferita sempre aperta nel mio cuore” così Sergio Pirozzi, ex sindaco di Amatrice, parla di quei terribili giorni di tre anni fa, del loro ricordo, dei danni seguiti al terremoto, di quanto facciano ancora troppo male. “E’ stato ricostruito solo il 4% – spiega Pirozzi ai microfoni di MeteoWeb – e questo testimonia il fallimento di un metodo. Perché di metodo si tratta, considerando che con tre governi di tre diversi colori politici che si sono susseguiti nulla è cambiato, e questo significa che si sta utilizzando un metodo sbagliato. Io lo dico da tre anni: era ed è necessario nominare un commissario straordinario in deroga, esattamente come è stato fatto per Genova, dove il sindaco con poteri straordinari è riuscito a far partire i lavori in tempi velocissimi“.
Non ci sta Pirozzi e non ne fa una questione di colore politico, come sarebbe facile pensare, ma proprio una questione di approccio utilizzato nel nostro Paese verso questo tipo di emergenze. “In tempo di guerra è necessario utilizzare metodi di guerra“ ci disse tre anni fa il sindaco a caldo, dopo poche ore dal terremoto e dalla morte di centinaia di suoi concittadini. E ancora oggi ribadisce questo concetto: “La politica si deve interrogare e chiedersi il perché ci sia stato questo fallimento. E’ necessario fare un passo indietro e cambiare questo metodo assolutamente sbagliato. Finalmente non solo la mia voce è fuori del coro, ma molti stanno arrivando a questa stessa conclusione dato che anche Toti si è espresso in tal senso, e lo stesso ha fatto Sgarbi. Dobbiamo ammetterlo a noi stessi: è fallito un metodo! Se fosse una partita di calcio e l’allenatore si accorgesse che la sua formazione non porta a nulla ci sarebbe una sola scelta da fare: cambiare la formazione, ed è quello che deve fare lo Stato italiano, perché se sbagliare è umano perseverare è diabolico”.