Delle 1.100 persone che risiedevano ad Arquata del Tronto prima del sisma del 2016, ora ce ne sono 600, 372 godono del Cas (Contributo di autonoma sistemazione); una cinquantina ha deciso di non tornare. Ad Arquata e nelle frazioni martoriate dal terremoto del 24 agosto e del 30 ottobre 2016 è come se il tempo avesse rallentato il suo scorrere. Si verso il quarto governo da quel maledetto terremoto in cui ad Arquata hanno perso la vita 51 persone ma la ricostruzione procede lentissima. Dalla riunione della cabina di regia a Roma in cui ha partecipato come delegato dell’Anci Marche dei comuni del cratere il sindaco di Arquata Aleandro Petrucci ha poche speranze di tornare con buone notizie. “È incredibile ma dopo tre anni siamo ancora alla rimozione delle macerie – commenta il vice sindaco Michele Franchi – si parla appena dei primi incarichi tecnici, si vede qualche gru, ma niente di veramente significativo“. La gente è preoccupata, avvilita. “Rischiamo di finire nel dimenticatoio, c’è poco da fare – spiega – Anche le persone più radicate nel territorio, cominciano a mettere in conto di andarsene, non ritenendo di poter affrontare un altro inverno nelle casette. Qualcuno sta cercando casa ad Ascoli“.
Terremoto Centro Italia, ad Arquata solo 600 residenti. Il sindaco: “Noi abbandonati, non sappiamo come andare avanti”
"Rischiamo di finire nel dimenticatoio, siamo ancora alla rimozione delle macerie. Quando inizieremo a ricostruire?", lamenta il sindaco di Arquata del Tronto
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