Nella violenta ondata di maltempo che a fine luglio ha colpito il Centro-Nord, spicca senza dubbio il violento tornado che si è abbattuto su Fiocene, frazione di Fiumicino, nel Lazio. Il tornado ha prodotto grandi danni e soprattutto una giovane vittima, Noemi Magni, 27 anni che, uscita in auto, si è ritrovata catapultata con tutta la vettura dai forti venti. La giovane viaggiava a bordo di una Smart, dal peso di 935kg. Sotto la spinta dei venti, l’auto è stata sollevata e trascinata per ben 25 metri, schiantandosi prima sul guard rail, oltrepassando un canale di bonifica e finendo poi la sua corsa oltre la recinzione dell’Aeroporto di Fiumicino, alta 2,5 metri.
La violenza del fenomeno è stata tale da danneggiare circa 20 case, una decina di veicoli e distruggere 25 mila metri quadri di serre dell’azienda Tiozzo in località Santa Ninfa. Poi una grande quantità di detriti trasportati dal vento, insegne, cartelli, pali della luce e alberi abbattuti. Crollata anche una casa prefabbricata abitata: fortunatamente i due abitanti ne sono stati estratti illesi. L’incidente della povera Noemi si è verificato in via Coccia di Morto, dove si trova anche una stazione di servizio. In uno dei video che trovate di seguito, le telecamere di sicurezza hanno ripreso l’arrivo del tornado che con forza devastante si è abbattuto sull’area. Ancor più spaventose le immagini di altre telecamere di sicurezza che hanno ripreso il vortice mentre spazzava l’aria con la sua furia. Nella gallery scorrevole in alto a corredo dell’articolo, le immagini dei danni provocati dal tornado.
- Tornado Fiumicino, le incredibili immagini del vortice che avanza nei campi [VIDEO]
- Tornado Fiumicino, le immagini del tornado che si abbatte sulla stazione di servizio [VIDEO]
Questo fenomeno è stato molto violento e lo dimostrano i suoi devastanti effetti. Per questo merita un’analisi più attenta, che proponiamo in questo articolo insieme ad uno storico degli ultimi tornado che si sono abbattuti sulla regione e in Italia negli ultimi anni e dal 1600 ad oggi e le zone più a rischio del nostro Paese.
Il fenomeno di Focene è iniziato dal mare con una tromba marina che ha compiuto il landfall sulla costa, diventando quindi un tornado. Ha poi viaggiato per i campi fino ad incontrare la stazione di servizio, dove si sono registrati i danni maggiori ed ha poi proseguito oltre, percorrendo in totale circa 5km sulla terraferma. I dati satellitari, dei radar meteorologici e quelli raccolti sul campo hanno confermato che si è trattato di un tornado di tipo mesociclonico con un diametro di circa 30 metri. Si stima che il vento abbia raggiunto un’intensità massima di 218km/h, che lo classificano come F2 nella scala Fujita. Un tornado di questa intensità provoca danni considerevoli: scoperchiamento di tetti; distruzione di case prefabbricate; ribaltamento di camion; sradicamento di grossi alberi; sollevamento di auto da terra.
Cambiamenti climatici e meteo estremo
Tornado nel Lazio dal 1600 ai giorni nostri
Secondo Daniele Bianchino, fisico ed esperto di meteorologia che gestisce la pagina “Tornado in Italia”, “intensi tornado sulla piana Laziale sono fenomeni storici piuttosto rari, ma ciò non implica che non possano riavvenire in futuro”. “Tornado di debole intensità possono avvenire ogni anno nella regione, ma un tornado intenso come quello avvenuto potrebbe avere una ricorrenza di 6 anni nel Lazio e oltre 30 anni nella stessa zona”, ha aggiunto. L’esperto ha anche proposto una lista dei “tornado più rilevanti avvenuti nel Lazio, in grassetto i più intensi”, sottolineando “la ricorrenza nei mesi autunnali”.
5 Novembre 2017 Borgo Hermada di Terracina, molti danni, 4 feriti
6 Novembre 2016 Ladispoli-Cesano-Morlupo, gravi danni, 2 vittime e 23 feriti
15 Settembre 2006 (Civitavecchia, Pantano) danni
16 Novembre 2005 (Roma olimpico) danni
29 ottobre 2003 (Roma gregna) danni
14 Settembre 1997 (Terracina) danni
19 Ottobre 1991 (Fogliano e Sezze) molti danni
22 Novembre 1989 (Tarquinia) danni
5 Ottobre 1979, (Trevignano) danni e feriti
14 Settembre 1976, (Ostia e Roma) danni e 10 feriti
12 Ottobre 1964 (Barbarano Romano) danni e feriti
8 Ottobre 1964 (Tarquinia) gravi danni e feriti
30 ottobre 1961 (Ostia, Pomezia, Albano) 30 km percorsi, gravissimi danni, 3 vittime e molti feriti
1 Novembre 1919 (Santa Marinella)
9 Novembre 1884 (Bracciano) molti danni
23 Ottobre 1825 (Paolo e Ceri) molti danni
Ottobre 1819 (campagne di Velletri) danni, feriti, 1 vittima
12 Giugno 1749 (Ostia e Roma) 30 km percorsi, molti danni, feriti e 2 vittime
4 Dicembre 1645 (Roma) molti danni, feriti e molte vittime.
29 ottobre 2017: tornado a Terracina
6 Novembre 2016: tornado a Ladispoli-Cesano-Morlupo
Il 6 novembre 2016, un grande tornado ha portato morte e distruzione a Ladispoli, poco a nord di Roma. Due morti, 23 feriti, circa 100 abitazioni danneggiate sono state il bilancio del vortice. Sono caduti centinaia di alberi che hanno danneggiato diverse macchine. Le abitazioni per lo più hanno avuto danni a infissi e ringhiere, in un edificio – fortunatamente non abitato – a causa della tromba d’aria è caduta una parete. Le automobili sono state spostate di 50 metri e le barche sono state sollevate. Il tornado ha lasciato una scia di gravi danni nella sua corsa, oltre a nord di Fiumicino, a Tragliatella, anche nell’entroterra di Cerveteri: devastata la pineta di Ceri, uno dei simboli dello storico borgo, con decine di alberi spezzati o divelti.
Secondo i notevolissimi danni materiali e le immagini del fenomeno, il tornado è stato classificato al limite fra un grosso “EF3” e un “EF4”. All’interno del terribile vortice, i venti hanno raggiunto velocità veramente impressionanti per i nostri standard climatici, arrivando molto probabilmente a superare la soglia dei 290-300 km/h. Valori davvero incredibili, in grado di cagionare ingentissimi danni, persino alle strutture e alle abitazioni che si trovano nella traiettoria del vortice. Le schegge e i pezzi di lamiera sbalzati per aria hanno provocato diversi feriti e purtroppo anche due vittime. Nella traiettoria del tornado romano si sono contati anche decine di alberi sradicati, tetti di abitazione divelti e persino una scuola seriamente danneggiata. Molti gli alberi, soprattutto grossi pini, alcuni anche secolari, letteralmente divelti e scaraventati a terra come fossero semplici giocattoli. Tornado di queste dimensioni quando transitano su aree densamente abitate possono mietere anche decine di vittime, radendo al suolo interi centri abitati.
Tornado a Roma: i precedenti dal 1600 ai giorni nostri
Come succede per i terremoti, in Italia abbiamo la fortuna di avere testimonianze storiche molto antiche, che ci permettono di conoscere cosa accadeva in passato: in questo modo non cadiamo nell’errore di credere “nuovi” eventi che semplicemente accadono raramente nell’arco di una vita umana e possiamo prepararci al peggio (almeno dovremmo).
Proprio usando queste testimonianze storiche antiche veniamo ad esempio a conoscenza – dai preziosi archivi del Collegio Romano, osservatorio situato dietro Piazza Venezia ancora oggi attivo – del fatto che una tromba d’aria distruttiva colpì Roma nel 1645 causando diverse vittime. Altri tornado colpirono la città in quel secolo: il 24 agosto 1617, il 9 gennaio 1637, il 9 agosto 1653. L’unica differenza dalla tromba d’aria di oggi: a quel tempo venivano chiamati “turbini”.
Un secolo dopo, un nuovo tornado colpiva il litorale laziale: stavolta Velletri, colpita il 26 agosto del 1842 da una devastante grandinata e da un terribile “turbine”. Nuovi eventi si ripeterono nel 1919 a Civitavecchia, nel 1961 a sud di Roma (litorale laziale fino a Pomezia), nel 1967 (gravi danni all’EUR), nel 1979 (lago di Bracciano), nel 1983 nell’area di Bracciano, nel 1989 a Tarquinia, nel 1991 in provincia di Latina (centinaia di senza tetto, gravi danni alle industrie locali).
Arrivando ai giorni nostri, nuove trombe d’aria nel 2013, nel 2014, nel 2015: eventi che ogni volta hanno causato danni, soprattutto lungo il litorale tirrenico (anche se negli ultimi anni non era mai stata superata la soglia del grado F2 nella scala Fujita. Fino ad arrivare alla devastante tromba d’aria di oggi, 6 novembre 2016, probabilmente la peggiore degli ultimi decenni per l’area metropolitana di Roma.
I tornado in Italia nel terzo millennio: da Arcore 2001 a Roma 2016, quindici anni di paura, morte e distruzione
I tornado in Italia ci sono sempre stati e hanno colpito in modo frequente varie località del nostro Paese nella sua storia millenaria. Non sono affatto fenomeni “anomali” o “anormali” per la Natura e per il Clima Mediterraneo; addirittura l’Italia ha il triste primato del tornado più distruttivo d’Europa, quello dell’8 dicembre 1851 nella Sicilia occidentale. Il turbine d’aria colpì in modo violentissimo Marsala e il suo porto, uccidendo oltre 500 persone. Mai un tornado in Europa ha provocato così tante vittime. Ma la storia antica e recente dell’Italia è zeppa di fenomeni analoghi, devastanti e distruttivi. Il 23 luglio 1910 in Brianza un altro violento tornado provocava 60 vittime, il 24 luglio 1930 a Volpago del Montello si verificava uno dei tornado più violenti di sempre al mondo con venti fino a 500km/h (categoria F5 sulla Scala Fujita), provocando 23 vittime. Ancora in pianura Padana altri eventi distruttivi, tutti con morti, il 16 giugno 1957 nell’oltrepò pavese e il 4 luglio 1965 tra Parma e Piacenza, poi il tornado di Catania il 31 ottobre 1968 (due morti e oltre 100 feriti), quello drammatico dell’11 settembre 1970 a Venezia (36 vittime, oltre 500 feriti).
Da non dimenticare anche il tornado del 15 giugno 2007 a Mestre, sempre lì in Veneto nell’alto Adriatico, nella zona a più alto rischio d’Italia: provocò decine di feriti all’Heineken Jammin Festival.
Con il miglioramento delle tecnologie e tecniche previsionali, questi fenomeni sono sempre più conosciuti e anche prevedibili nel nostro Paese; aumenta inoltre la consapevolezza del rischio nella popolazione, seppur con ancora molte pecche di prevenzione che – come per i terremoti – è l’unica strada da seguire per fronteggiare al meglio eventi così devastanti per la vita quotidiana degli esseri umani, ma assolutamente normali per la natura di un pianeta vivo e attivo come la Terra che ci ospita.
Tornado, ecco le aree più a rischio d’Italia: dal Veneto alla Sicilia
Ma quali sono le aree più a rischio tornado in Italia? Partendo dal Nord e spostandoci verso il Sud, una delle aree più a rischio è la Pianura Padana: dal Veneto alla Lombardia è qui che in passato si sono verificati alcuni degli episodi più drammatici. Arcore 2001, Venezia 2012, Brenta 2015: questi sono alcuni degli eventi più recenti e dannosi. Ma se andiamo più in là nel passato ne troviamo tanti altri: Friuli, luglio 1867. 15 vittime e almeno 50 feriti, Brianza 23 luglio 1910, oltre sessanta vittime, 1930. Circa 23 vittime nell’area di Treviso-Udine, Lombardia 1957: 6 vittime, Tornado di Venezia dell’11 settembre 1970; 36 vittime, circa 500 feriti e danni per 5 miliardi di lire.
Spostandosi verso il Centro, un’altra area colpita in passato da numerosi episodi di tornado è stata quella del litorale laziale. Da Civitavecchia fino a Terracina, sono stati gli episodi devastanti nel passato: a volte questi hanno raggiunto anche Roma, come successo nel 1961 (4 vittime) e ieri, 6 novembre 2016 (2 vittime).
Ed arriviamo in Sicilia, regione dove si sono concentrati alcuni dei più forti tornado della storia d’Itali, specialmente sul versante orientale. Qui avvenne il più disastroso della storia d’Europa: era l’8 Dicembre 1851 quando una enorme tromba d’aria causò 500 vittime e centinaia di feriti
nell’area di Marsala. Ma ancora bisogna segnalare quello di Catania del 1884, quello nella Piana di Catania dell’ottobre 1968, e quello più recente del 2014 in Sicilia orientale, fra Catania ed Acireale.