A Losanna, dal 5 al 9 agosto, si è tenuto il primo vertice internazionale di Fridays For Future, il movimento dei giovani per clima, nato neppure un anno fa sull’esempio degli scioperi del clima di Greta Thunberg. Ora il movimento ha il suo “programma” politico. Sono tre le richieste chiare e semplici che i giovani avanzano ai potenti della Terra: garantire giustizia ed equità climatiche, mantenere il riscaldamento globale entro 1,5°C dai livelli pre-industriali, ascoltare la scienza.
Il secondo punto riguarda gli obiettivi dell’Accordo di Parigi sul clima. Per FFF, bisogna impegnarsi per centrare il target più ambizioso, quello di 1,5°C. Restano solo 11 anni per rispettare questo limite, secondo il comitato scientifico dell’Onu per il clima, l’IPCC, e le emissioni di gas serra stanno aumentando invece di diminuire.
Infine, i ragazzi di Greta invitano i potenti ad ascoltare “la miglior scienza disponibile“. La fiducia negli scienziati è sempre stato uno dei punti fermi di Greta e dei suoi seguaci. Un messaggio chiaro ai governanti come Trump e Bolsonaro, che mettono ancora in dubbio l’origine umana del riscaldamento globale, oramai scientificamente dimostrata.
Al vertice di Losanna, dal titolo “Smile for Future”, hanno partecipato oltre 450 ragazzi da 38 paesi, per lo più europei, ma anche da altri continenti. Gli italiani erano una trentina, molti dei quali minorenni, e neppure accompagnati dai genitori. Ma niente aerei, come insegna Greta. Tutti quanti sono arrivati a Losanna in treno o automobile per ridurre le emissioni di gas serra. All’Università di Losanna (che ha fornito gratis i locali), si sono divisi in 60 workshop e si sono poi riuniti in tre sedute plenarie. Al vertice hanno partecipato anche scienziati, fra i quali un premio Nobel.
Greta è stata sempre presente, ma come attivista, non come leader: “Quando nei workshop si confrontavano idee diverse, lei non ha mai cercato di imporre la sua“, racconta Miriam Martinelli, 16enne attivista milanese. Le discussioni non sono state facili, “ma alla fine siamo riusciti a trovare una linea comune – spiega Marta Sabatino, 16 anni, di Palermo – usciamo da questo evento più uniti“. Soprattutto, aggiunge Miriam, “ora ci siamo conosciuti di persona, dopo tanto lavoro su internet, e il coordinamento adesso sarà più facile. Abbiamo lavorato sodo, ma ci siamo anche divertiti”. “FFF rimane fuori dai partiti, non ne appoggia nessuno e non vuole diventare un partito – spiega Marta -. Vogliamo far sì che i partiti lavorino per il clima“. Miriam aggiunge: “Vogliamo dare voce a scienziati e tecnici. Non vogliamo sederci coi politici, vogliamo che loro si siedano con chi conosce gli argomenti e agiscano di conseguenza“.
“Al summit Smile – si legge nel comunicato finale – abbiamo rafforzato il movimento internazionale rinsaldando i suoi legami, abbiamo creato una rete per il coordinamento internazionale e i partecipanti hanno definito il loro terreno comune“. Il prossimo obiettivo del movimento sarà una grande mobilitazione mondiale dal 20 al 27 settembre: una settimana di manifestazioni, in occasione del summit dell’Onu sul clima del 23. In Italia, lo sciopero del clima sarà venerdì 27.