Oggi la Chiesa celebra Padre Pio, uno dei santi più amati e venerati dell’età contemporanea
Francesco Forgione, noto al mondo come Padre Pio da Pietrelcina, moriva il 23 settembre 1968 a San Giovanni Rotondo, dove faceva parte dell’ordine dei Frati Minori Cappuccini. Già l’anno successivo, nel 1969, si iniziarono a raccogliere i primi materiali per avviare il suo processo di canonizzazione. Nel 1982 gli viene riconosciuto il titolo di “servo di Dio” e nel 1990 viene reso venerabile. Il processo di beatificazione viene avviato il 21 ottobre 1997, per poi concludersi il 2 maggio 1999. Sarà poi il più conclamato dei miracoli a lui imputati a portarlo alla santificazione.
Il miracolo che lo portò alla santificazione
Era il 20 gennaio del 2000 quando il piccolo Matteo Pio Colella, un bimbo di 7 anni che frequentava la seconda elementare nella scuola “Francesco Forgione” di San Giovanni Rotondo, venne accompagnato a scuola. La maestra, Concetta Centra, si rende conto quasi fin da subito che il piccolo non si sente bene: accusa brividi lungo il corpo e tende a tenere la testa inclinata da un lato. A quel punto l’insegnante decide di chiamare la madre del piccolo che lo porta subito in ospedale. La diagnosi è dura quanto inaspettata: “Neisseria meningitidis beta-lattamasi negativa”, ovvero meningite fulminante, con sintomi pesante come febbre a 40, tachicardia, ipoglicemia, piastrinopenia, eccesso di bilirubina e creatinina. Il piccolo viene così ricoverato nel reparto di Rianimazione II del nosocomio di San Giovanni Rotondo.
Ma il giorno seguente il quadro clinico peggiora, nonostante le cure immediate: le funzioni vitali sono sempre più deboli, le pupille dilatate, il cuore pompa solo 23 battiti al minuto, la pressione arteriosa è al minimo. Ma non solo: ben nove organi sono collassati e i medici attendono solo la morte. Per il piccolo non c’è più speranza di ripresa.
Nel frattempo la comunità si stringe attorno a Matteo Pio e alla sua famiglia, riunendosi in preghiera e invocando l’aiuto di Padre Pio per il bambino. Ed è così che proprio quando le speranze erano svanite, verso le 11 di quell’apparentemente infausto 21 gennaio, il piccolo inizia a riacquistare le sue funzioni vitali, il quadro clinico migliora, sebbene persista per alcuni giorni una grave insufficienza respiratoria. Da quel momento in poi il bambino, dato quasi per morto, inizia una lenta ma progressiva ripresa. Dal 31 gennaio la ripresa sarà più rapida: il 5 febbraio torna a respirare spontaneamente e, soprattutto, i medici appurano che non ha riportato deficit motori; il 6 febbraio Matteo Pio è completamente sveglio e vigile. Dal 12 febbraio, dopo i controlli di routine, inizia a diffondersi una certezza: la sua guarigione è stato un evento straordinario.
Le dimissioni avvengono il 26 febbraio 2000. I genitori di Matteo Pio Colella sono devoti di Padre Pio. Suo padre, Antonio Colella, è medico nella Casa Sollievo della Sofferenza, l’Ospedale voluto dal Santo; la madre, Maria Lucia Ippolito, frequenta spesso il convento e la chiesa dove riposano le spoglie del frate di Pietralcina. Proprio per questo, fin dal primo giorno di ricovero del figlio, non avevano mai smesso di pregare affinché Padre Pio intercedesse per la grazia e la guarigione del piccolo Matteo Pio.
La mamma parlò in seguito di segni inequivocabili della vicinanza del Padre per tutto il percorso della malattia del figlio, come ad esempio un “dolcissimo e gioioso” profumo di rose e viole da lei avvertito. E persino Matteo, sebbene fosse incosciente, ricorda qualcosa di quelle ore:
Durante il sonno io non ero solo. Ho visto un vecchio con la barba bianca e il vestito lungo e marrone mi ha dato la mano destra e mi ha detto: ‘Matteo, non ti preoccupare, tu presto guarirai’, e mi sorrideva. Dall’altro lato ho visto tre angeli che avevano le ali, uno bianco con le ali gialle, due rossi con le ali bianche: non ho visto i loro visi perché erano luminosi”.
A quel punto la signora Maria Lucia ha reagito d’istinto:
Ho capito che Matteo doveva aver visto qualcuno di eccezionale e immaginavo chi, ma non osavo crederci. Così ho preso l’immaginetta di Padre Pio che Matteo aveva stretta fra le mani (peraltro senza mai vederla) e gliel’ho messa dinanzi non proferendo verbo. Lui l’ha osservata attentamente per un po’, poi con gli occhi illuminati e con una gioia inaspettata mi ha detto: ‘È lui mamma, è lui, è Padre Pio: era Padre Pio vicino a me’”.