Secondo una ricerca pubblicata su Physical Review Letters, condotta dal gruppo di astrofisici dell’Università Stony Brook di New York, in collaborazione con i colleghi del Mit di Boston e del California Institute of Technology, le analisi delle increspature dello spazio-tempo prodotte dalla collisione tra due buchi neri dimostra che questi “mostri” cosmici, a differenza di quanto ipotizzato finora, non generano attorno a loro filamenti di energia.
Secondo quanto ritenuto finora, i filamenti dei buchi neri sarebbero delle forze sconosciute che li tengono “ancorati” all’universo: di queste strutture, però, non vi è traccia nell’analisi delle collisioni tra coppie di buchi neri che scuotono lo spazio-tempo con l’emissione di onde gravitazionali.
Ciò confermerebbe quanto ipotizzato da John Wheeler, il fisico scomparso nel 2008 che ha coniato l’espressione “buco nero” per descrivere l’oggetto cosmico: massa e rotazione sono tutto ciò che serve a descriverlo.