Il discorso all’ONU di Greta Thunberg, l’attivista svedese contro i cambiamenti climatici, ha sollevato non poche critiche. Ha parlato dei sogni e dell’infanzia che le sono stati rubati dalla mancata azione dei leader mondiali per contrastare i cambiamenti climatici, del “tradimento” che i giovani stanno iniziando a capire. E questa mancata azione ci sta già portando, secondo Greta, ad una “estinzione di massa”. Il suo è stato un discorso dai toni catastrofici, che sta contribuendo ad alimentare il panico e l’allarmismo sulla questione clima. Il punto è che sembra che si stia confondendo il clima con l’inquinamento. Mentre il problema dell’inquinamento è molto grave e necessita di progressi e avanzamenti che solo la scienza può darci per liberare i mari e le spiagge dalla plastica, per proteggere animali e habitat naturali sempre più in pericolo, “non c’è un’emergenza climatica”, come sostenuto in una lettera di 500 scienziati indirizzata all’ONU.
In merito agli investimenti nello sviluppo sostenibile, Lottieri ha precisato che esistono due rischi: “Il primo è il rischio di una bolla, cioè una crescita artificiosa a cui non corrisponde una crescita reale, che poi scoppia quando finiscono i sussidi. E il secondo è la corruzione della vita economica e politica. Accade sempre, regolarmente, quando si disegnano piani fantasiosi da 100 o 1000 miliardi in cui cercano di intrufolarsi tutti”.
Infine, di Greta Thunberg Lottieri pensa: “Chi di noi aveva la possibilità di andare a parlare all’Onu a 16 anni? È chiaro che c’è un enorme elemento di artificiosità nella costruzione di questo personaggio che però risponde a una domanda diffusa di miti e di riferimenti oltre il quotidiano”.