Diabete e ipoglicemia, un ossimoro? Tutt’altro, un incubo per il 60% dei pazienti che soffre di glicemia alta. L’ipoglicemia rappresenta infatti una delle complicanze più temute e poco note. Cosa si intende quando si parla di ipoglicemia? Una ridotta quantità di zucchero nel sangue che, in concentrazioni eccessivamente basse, può causare conseguenze che possono essere letali. Non solo: si tratta di una complicanza che al Sistema Sanitario costa 500 milioni di euro l’anno.
All’ipoglicemia è dedicato il progetto internazionale Talk-Hypo, presentato in occasione del Congresso dell’Associazione europea per lo studio del diabete (Easd) che ha evidenziato che i malati e i loro familiari parlano poco del tema, nonostante si riconosca che il dialogo in famiglia possa ridurre l’ansia per la malattia.
“Per coloro che sono in terapia insulinica, l’ipoglicemia è una vera e propria sfida, tant’è che il 46,5% riporta uno o più episodi in un mese”, afferma Simona Frontoni, endocrinologa dell’Università di Roma Tor Vergata. Ma tale complicanza rappresenta anche un costo notevole per il Ssn: tra costi diretti (accessi al pronto soccorso, ricoveri, visite e strisce per l’automonitoraggio) e costi indiretti (perdita di produttività, assentesimo dal posto di lavoro), stima il direttore del Center for outcomes research and clinical epidemiology Antonio Nicolucci, “si toccano i 500 milioni di euro l’anno”. Un passo avanti, concludono gli esperti, “è però stato fatto grazie alle nuove insuline, che riducono il rischio di ipoglicemie, e soprattutto alle nuove classi di farmaci orali che azzerano tale rischio ma sono ancora, ad oggi, sottoutilizzati”.