E’ una notizia sconcertante, quella che è stata ufficializzata poche ore fa: una stazione di ricerca subacquea sul fondale al largo di Kiel, in Germania, che inglobava nei suoi server dati sull’ecosistema del Baltico, è scomparsa. La sera del 21 agosto, infatti, ogni forma di comunicazione con Boknis Eck (l’osservatorio), si sono interrotte, senza che gli scienziati del GEOMAR Helmholtz Center for Ocean Research Kiel e dell’Helmholtz Center Geesthacht (HZG) a capo del progetto comprendessero il motivo. In principio si pensava ad un problema nei sistemi di trasmissione dati, ma, qualche giorno dopo, i sub in ricognizione si sono ritrovati una scena agghiacciante dinanzi: la stazione, del valore di 300 mila euro, era completamente sparita, senza lasciare tracce, se non un cavo spezzato.
Da quel momento, si sono cominciate a susseguire le più svariate ipotesi, analizzando anche le possibili cause: c’è qualcuno che ha pensato ad animali marini, correnti o tempeste, che, tuttavia, non avrebbero potuto in alcun modo “sradicare” la struttura per via del suo peso. Gli esperti hanno anche ipotizzato dei “ladri con la bombola”: qualcuno potrebbe aver preso di mira Boknis Eck a causa degli innumerevoli metalli da rubare, come capita di frequente con i relitti delle navi depredati di ogni oggetto di valore. Il sito dello Smithsonian ha avanzato delle ipotesi importanti: il movente sarebbe stato il medesimo della scomparsa di due relitti di navi della Seconda Guerra Mondiale, al largo della Malesia. C’è da premettere che le indagini sono ancora in corso, ma gli scienziati di GEOMAR hanno deciso di parlare, rendendo pubblico il fatto che non si parla solo di valore economico, ma di un vero e proprio tesoro scientifico: sono andati perduti tre anni di dati su temperatura, nutrienti e salinità dell’acqua, velocità delle correnti, concentrazioni di clorofilla e metano. Informazioni sul Baltico meridionale che adesso sono scomparse e non si sa se verranno mai più ritrovate.