Lady Diana è connessa con la creazione del mondo: ecco perchè gli Egizi sarebbero “responsabili” della sua morte

La morte di Lady Diana Spencer e di Dodi Al Fayed, in qualche modo, avrebbe avuto a che fare con un'antica etimologia egizia
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“L’ascesa al trono di Carlo III, principe del Galles, provocherà tragedia e devastazione di sangue. Un carro tre volte veloce provocherà a lui (Carlo III) un lutto, un frutto rosso come carne, prima di un volo d’aria e di una crudele parca della morte”

Questa è l’ottava centuria, reinterpretata da Renuccio Boscolo di recente ad Adnkronos, del medico/mago Nostradamus, di natali francesi. Carlo III corrisponde al principe Charles d’Inghilterra, figlio di Sua Maestà la Regina Elisabetta II e del principe Filippo, mentre il “lutto” pare riferirsi, per tempistiche e dinamiche, alla “principessa triste”:Lady Diana Spencer. Per gli antichi storpiare i nomi era di cattivo auspicio, tanto che il soprannome di Lady Di, frutto della degenerazione del titolo/nome , in inglese ha la stessa pronuncia del verbo morire. Un’altra “coincidenza” riguarda il nomignolo di Al Fayed, Dodi, che ha un richiamo molto forte a Tot, una parola tedesca che indica “morte”. E i due, quel 31 agosto del 1997, erano insieme in quel “carro, tre volte veloce” (macchina della sicurezza) che li condusse “prima ad un volo d’aria” e poi ad un “frutto rosso come carne”.

ll 31 agosto è ricorso l’anniversario per la morte di Lady Diana Spencer, la donna più amata del mondo durante l’epoca che vide l’Inghilterra ribellarsi alla famiglia reale per la sua indifferenza e la sua freddezza verso i bisogni del popolo. Gli inglesi hanno sempre avuto un’adorazione verso la famiglia reale, come se fosse parte della loro stessa famiglia, ma questo “legame” non si è realmente concretizzato fino all’arrivo della Spencer a soli 19 anni in quella realtà sfarzosa di gioielli e sola d’affetti. E, solo dopo la relazione interrotta con Carlo e i rapporti naufragati con altri uomini, Lady Diana scelse una vita diversa, accanto a Dodi Al Fayed. Il collegamento a Tot, infatti, non è l’unico che fa pensare, per etimologia: importante, infatti, è anche il collegamento al Dio Egizio Thot, simbolo della creazione del mondo. La storia è particolare e crea un interessante parallelismo rispetto al “cattivo presagio” legato al soprannome di Al Fayed, che avrebbe coinvolto anche Diana. Il mito, infatti, narra che Seth (dio del male), abbia strappato un occhio a Horus (il dio falco), il quale, privato del suo organo essenziale, cadde a pezzi. Thot (dio della sapienza), volle ricostruire il corpo di Horus per dargli di nuovo la vita, quando si rese conto della mancanza dell’occhio, senza il quale l’opera sarebbe rimasta incompiuta. Nel corso della disperata ricerca, venne colpito da una melodia misteriosa, che lo condusse fino alla parte ultima del corpo di Horus. Thot si accorse così che l’occhio era la fonte di tutta la musica esistente.

Con questo mito, si comprende che, per gli antichi egizi, tutta la realtà era effettivamente vivente e che la musica ne era l’essenza intima: il substrato. Quando essa è collocata nel suo luogo “naturale”, ossia intrinseca nelle cose, non può essere ascoltata, proprio perché essa è là dove deve essere e ne rispecchia l’armonia assoluta. Come conseguenza, la musica era adoperata nel corso dei riti funebri come rappresentasse un vero e proprio richiamo alla vita,allo scopo di rendere partecipi ai presenti dell’esistenza del piano spirituale. L’essere vivente incarna dunque la parte visibile, la parte materiale del suono stesso. Quindi il mondo, secondo l’antico Egitto, avrebbe avuto origine dalla Parola e dunque dalla musica. Gli egizi parlavano di una “risata”, articolata su 7 note musicali crescenti, appartenenti al dio Thot. Da qui anche le 7 realtà divinizzate (quali la terra, il destino, il giorno, la notte ecc…). Il numero 7 è dunque un simbolo, che intercorre nella vita di Diana come zona numerica particolarmente enigmatica: deceduta nel 1997, sommando le lettere di Diana (cinque lettere) e l’anno della sua morte (quattro numeri), sottraendoli ai due numeri del suo ultimo giorno, si ottiene il numero 7.  Come se fosse tutto studiato al tavolino, insomma.

 

 

La verità è che i fan di Lady Diana non si sono mai capacitati della sua morte e,troppo zelanti, hanno cominciato ad indagare le circostanze singolari e contrastanti che aleggiano attorno al suo decesso, quelle che, nel caso, sarebbero la ‘prova incontestabile’ che la principessa sia ancora viva.

“Ci sono troppe domande senza risposta, troppe coincidenze, troppe cose che non hanno senso. Diana è ancora viva, secondo molte persone. E lo è anche per me”

Hanno detto dei suoi ammiratori alla stampa, che continuano a battersi per la verità, anche da parte della famiglia reale la quale, dal canto suo, continua a tacere.

 

 

 

 

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