L’ambiente paga caro il prezzo del Christo: l’Arco di Trionfo coperto da migliaia di metri quadrati di plastica

Per una mastodontica opera che "coprirà" l'Arco di Trionfo a Parigi verrà utilizzato il poliprilene, un materiale di derivazione petrolifera
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Per il prossimo anno, per il 2020, a Parigi è prevista la mega installazione di Christo (Bulgaria, 1935) e sono state comunicate le date ufficiali dell’installazione, visibile quindi dal 19 settembre al 4 ottobre 2020. Sarà possibile assistere alla mostra del Centre Pompidou e, in seguito, l’impacchettamento di uno dei monumenti più conosciuti del mondo, come l’Arco di Trionfo, inaugurato nel 1836 e uno dei simboli della zona. L’arco verrà “impacchettato” con 25mila metri quadrati di tessuti e resterà così per 16 giorni.

plastica

Sono trascorsi dieci anni dalla scomparsa della partner Jean Claude e, attualmente, Christo non ha perso l’entusiasmo nella realizzazione e nell’attuazione dei suoi progetti. Questo, in particolar modo, è realizzato con l’ausilio di polipropilene, un polimero termo-plastico, che può mostrare diversa tatticità. Esistono, infatti, innumerevoli tipi di plastiche, tra le principali ci sono: il polietilene, il polipropilene, il polivinilcloruro, il polistirene, le poliammidi e il polietilenetereftalato.

Il polipropilene, per quanto utilizzato come plastica per gli alimenti e per alcuni tessuti (con molti vantaggi), comporta molti svantaggi a livello ambientale, in quanto prodotto da sostanze di origine petrolifera. Insomma, un progetto sicuramente che non farà particolarmente”piacere” all’ambiente.

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