Una particolare dieta potrebbe aiutare a prevenire l’emicrania con efficacia simile, se non superiore, a quella dei migliori trattamenti farmacologici oggi in uso: una ricerca, pubblicata su Nutrients, e condotta da Cherubino Di Lorenzo dell’IRCCS Fondazione Don Carlo Gnocchi di Milano, ha studiato 35 pazienti obesi o sovrappeso e con emicrania, ed ha concluso che un tale beneficio potrebbe essere prodotto di un regime alimentare molto povero di zuccheri (la cosiddetta dieta chetogenica).
Di Lorenzo ha spiegato che probabilmente l’effetto della dieta è mediato dal fatto che, in condizioni di carenza di zucchero, il cervello usa un carburante differente: non più gli zuccheri, ma sottoprodotti dei grassi chiamati “corpi chetonici”: ciò potrebbe contribuire a ridurre l’infiammazione e le onde elettriche cerebrali associate all’emicrania.
La dieta chetogenica – che consiste nell’assumere energia solo dai grassi perché prevede una quota bassissima di zuccheri – già in passato è stata testata per i suoi effetti su malattie neurologiche come l’epilessia.
Il risultato è stato il seguente: tutti i pazienti hanno perso la stessa quantità di peso, ma il 74% di coloro che hanno seguito la dieta chetogenica ha osservato un dimezzamento degli attacchi di emicrania.
Si tratta di un esito promettente, soprattutto se si considera che il farmaco più efficace oggi disponibile dimezza il numero di giorni con emicrania solo per il 30-48% dei pazienti. Al contempo è necessario tenere presente che si tratta di risultati preliminari, che andranno confermati su un campione più ampio.
Il prossimo passo sarà osservare in che condizioni la dieta, che comunque non può essere seguita a lungo, può avere effetti “anti-emicranici” più duraturi e se può essere efficace anche su individui con peso nella norma.
Cos’è l’emicrania
L’emicrania è la forma di mal di testa più comune. Si presenta con un dolore acuto o pulsante che solitamente inizia nella parte anteriore o su un lato della testa. L’attacco – spiega in un approfondimento l’Humanitas Research Hospital, un ospedale ad alta specializzazione, centro di Ricerca e sede di insegnamento universitario – può salire di intensità, estendersi alla regione frontale, coinvolgendo la fronte e le tempie. Può durare poche ore o persino giorni, con sintomi variabili da soggetto a soggetto, che possono essere in molti casi insopportabili: dolore pulsante, nausea, vomito, sensibilità alla luce e ai suoni. Talvolta l’emicrania è preceduta da alcuni segnali, come lampi di luce o formicolio alla gamba o al braccio. Il soggetto colpito da emicrania deve spesso ricorrere al riposo completo in un ambiente tranquillo, isolato e buio. L’emicrania è definita cronica quando presenta sintomi per almeno 15 giorni al mese per tre mesi successivi. Le donne hanno tre volte più probabilità di avere emicranie. Nei casi di maggiore gravità è bene ricorrere alle cure del medico, evitando l’uso di farmaci in maniera incontrollata.
Che cos’è l’emicrania?
L’emicrania è una forma ricorrente di mal di testa. Si stima che in Italia 8 milioni di persone ne soffrano, in maniera episodica oppure ricorrente. Circa il 10-12% della popolazione in generale ha un attacco di emicrania almeno una volta nella vita.
L’emicrania appartiene alla famiglia delle cefalee. Per riconoscerla si può far riferimento ad alcune caratteristiche: l’emicrania si presenta generalmente, ma non esclusivamente, a un solo lato della testa (unilateralità); produce dolore intenso, pulsante, inabilitante; peggiora con il movimento.
L’emicrania può manifestarsi con o senz’aura. L’aura è un sintomo che precede o si associa all’attacco emicranico ed è caratterizzato da improvvisi lampi di luce (scotoma scintillante). Il paziente avverte dei flash di luce, annebbiamenti ad uno a o ad entrambi gli occhi, formicolio agli arti, rigidità del collo, difficoltà nel parlare.
Quali sono le cause dell’emicrania?
Le cause dell’emicrania – spiegano gli esperti dell’Humanitas Research Hospital – non sono ancora del tutto chiare. È certo che più fattori giochino un ruolo determinante: predisposizione genetica, fattori esterni, patologie sistemiche, fattori ormonali. Studi scientifici hanno evidenziato la relazione tra questa tipologia di mal di testa e alterazioni biochimiche a carico del cervello, che interferiscono con i meccanismi di trasmissione dei segnali nervosi.
Talvolta è stata segnalata la correlazione tra emicrania è il consumo di alcuni alimenti o bevande. Sicuramente c’è un legame con stress, disturbi del sonno, cambiamenti climatici, uso di alcuni farmaci, problemi fisici. Generalmente viene valutata la familiarità del problema: se in famiglia ci sono casi di emicrania ricorrente le probabilità che il disturbo si presenti aumentano.
Quali sono i sintomi dell’emicrania?
I sintomi dell’emicrania possono dividersi in due categorie. Quelli che precedono l’attacco emicranico (detti prodromici) e quelli che accompagnano l’attacco vero e proprio.Uno o due giorni prima si possono manifestare:
- Irritabilità
- Stitichezza
- Depressione o maggiore appetito
- Rigidità del collo
- Disturbi visivi tipici dell’aura: lampi di luce, abbagliamento.
- Disturbi motori e del linguaggio
- Formicolio a braccia e gambe
I sintomi dell’attacco emicranico hanno una variabilità soggettiva, sia in quanto a durata che in quanto a intensità, e possono includere:
- Dolore pulsante concentrato in uno o più punti della testa, in particolare nella parte anteriore, frontale o laterale.
- Nausea
- Vomito
- Disturbi visivi, abbagliamento.
- Vertigini
- Sensibilità alla luce (fotofobia), ai suoni (fonofobia), agli odori.
- Irritabilità
- Nervosismo
- Agitazione e confusione
- Scarsa concentrazione
- Brividi
- Sudorazione
- Dolore addominale
i tenga presente che le informazioni presenti in questa pagina sono di natura generale e a scopo divulgativo e non sostituiscono in nessun caso il parere del medico, il primo punto di riferimento a cui ricorrere per avere informazioni, chiarimenti, e a cui affidarsi per consigli o esami.