“Ci sono zone impervie dove è più semplice questo metodo anziché rischiare di mandare umani con le motoseghe”
Queste le parole di Raffaele Cavalli, docente dell’Università di Padova che attualmente collabora con Danilo Coppe per un progetto che vede i primi test con dinamite per sancire la possibilità di eliminare le ceppaie e i detriti dal terreno dell’altopiano di Asiago, tramite l’utilizzo di esplosivo. Il progetto è ancora in fase sperimentale, per adesso e l’idea sulla quale è germogliato è di frantumare radici e ceppaie, di modo che, in seguito, la natura le decomponga. Tutto questo è a causa dei danni causati dal maltempo nell’ottobre del 2018, che aveva provocato la caduta di milioni di alberi nella zona del triveneto. Il team di Coppe ha effettuato svariate prove nel corso della giornata, dopo dei primi tentativi relativamente fallimentari:
“Le indicazioni sono buone perché, anche solo aprendo le ceppaie, si crea la possibilità di azione della natura. Bisogna trovare il giusto equilibrio fra dimensioni delle ceppaie e quantità di esplosivo da impiegare”.
Sono trascorsi dieci mesi da quando la tempesta Vaia ha letteralmente “scarnificato” 41mila ettari di foreste, con conseguente abbattimento di quasi 15 milioni di alberi. Tuttavia, già il giorno successivo, sull’altopiano dei 7 Comuni la pulizia stava ottenendo i suoi frutti.
Si potrebbe fare un paragone con Val Viscende, al confine con l’Austria, dove i fianchi delle montagne con pendenze dell’85% circa, sono rimasti prigionieri di tronchi e di ceppaie che creano un pericolo da non sottovalutare: potrebbero, infatti, abbattersi a valle, su strade e case. Proprio per questo il professor Raffaele Cavalli, incaricato dalla Regione Veneto di farsi “carico” della responsabilità della pulizia dell’area, tenterà di polverizzare alberi e ceppaie con l’esplosivo con Coppe, che ha ribadito:
“Proviamoci”.
Una vera e propria sfida per i due, che saranno impegnato in varie zone, anche se, ammettono:
“Non si può intervenire dappertutto. Bisogna anche riconoscere dove è saggio lasciare che le sterpaglie marciscano, senza metter mano”.
Insomma, pare che i risultati saranno agli occhi di tutti solo nei prossimi mesi.