Nata da dieci giorni di cui sei trascorsi in mare: l’Italia le darà il suo porto sicuro

Questa piccola crescerà in Europa e chissà se saprà mai di aver conquistato il cuore di milioni di italiani, alcuni restii ad accogliere immigrati come lei
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Dopo giorni in balìa del Mediterraneo e delle decisioni politiche dell’Unione Europea, le 182 persone a bordo della OCEAN VIKING sbarcheranno a Messina, il porto sicuro assegnato dal Viminale. La bambina in foto ha dieci giorni di vita, sei dei quali li ha trascorsi in mare”.

Così, su Twitter, Mediterranea Saving Humans, che posta la foto della bimba nata pochi giorni fa. Il Viminale ha dato dunque il via libera e lo sbarco avverrà domani mattina. Tra i 182 migranti ci sono molte donne e molti minori. La più piccola è una bimba nata solo 10 giorni fa e da 6 in mare.

Molti dei migranti sono stati rinchiusi in centri di detenzione, esposti alla violenza ed all’incertezza”

precisava Medici senza Frontiere prima dell’assegnazione del porto sicuro di Messina.

La piccola, la cui foto è diventata virale, è divenuta l’emblema stessa di una tragedia che, poco alla volta, si sta consumando sotto gli occhi dell’umanità: popolazioni devastate dalla guerra e che chiedono solo un mondo migliore dove vivere, un mondo che non è il loro e dove non sono ben accetti. I criminali che si nascondono tra queste anime in pena ne segnano anche il destino: additati come ‘indesiderati’, guardati con diffidenza, giudicati senza sapere, senza conoscere.

Sarà semplice, ora, per i soliti leoni da tastiera scrivere frasi tipo “potevano starsene a casa così la bambina non avrebbe corso pericoli in mare“. In mare no, ma chissà se sarebbe ancora viva se fosse rimasta “in mano” di propri connazionali mossi da odio e violenza gratuiti. Su 182 persone che sbarcheranno ci saranno brave persone e criminali, buoni e cattivi, operosi e inetti. Senza alcun dubbio. Ma forse non ne vale la pena? E il problema, vero, non è forse dove andranno a finire dopo e non se sbarcano o meno? Perché ciò che manca, nel nostro Paese, sono vere politiche di integrazione e di controllo. Ciò che manca è l’impegno delle istituzioni.

Questa piccola crescerà in Italia, o forse in Francia, o in un altro Paese europeo e chissà se saprà mai di aver conquistato il cuore di milioni di italiani, alcuni anche duri e restii ad accogliere immigrati come lei. Chissà se saprà mai che grazie al maltempo è riuscita ad ottenere ciò che milioni di suoi connazionali non possono ottenere per via di leggi e cavilli: un porto sicuro nel quale approdare e dal quale ripartire per costruirsi una vita dignitosa e degna di essere definita tale.

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