Uno dei misteri più grandi dell’universo, che non ci consente di calcolarne con esattezza il percorso futuro della sua espansione, è il suo passato. Se la fisica moderna fosse riuscita ad andare oltre un certo periodo di tempo trascorso, avrebbe potuto indicarci la vita e la morte di ogni singolo punto nel tempo e nello spazio. Ma questi sono dogmi di un universo costellato di enigmi e a molti astronomi è andato bene così: ci sono certe cose che tenteremo sempre di scoprire, ma che non scopriremo mai, nonostante la curiosità e quel senso di trasgressione verso la conoscenza attuale che sconfina nell’ignoto. Tuttavia, un fisico dell’Università di Berkeley non la vede allo stesso modo: appassionato di buchi neri, si è prefisso l’obiettivo di scoprire, nel giro di pochi anni, a quali regole fisiche trasgrediscono questi agglomerati misteriosi sospesi in vari angoli del cosmo. Ma, agli atti pratici, qual è stata la scoperta che ha messo in crisi l’intera comunità scientifica? Pare che alcuni tipi di buchi neri evadano alle regole conosciute e che ci portano a pensare che, se una qualsiasi forma di vita lo attraversasse, verrebbe polverizzata all’istante.
Se qualcuno osasse entrare in uno di quei buchi neri relativamente “benigni”, potrebbe quindi sopravvivere, anche se ciò cancellerebbe le sue esperienze e tutto il suo passato. E non solo: avrebbe, inoltre, un numero infinito di possibili futuri. Lo studio in questione è stato pubblicato su Physical Review Letters. A seguito di queste informazioni, considerando che non è la prima volta che qualche esperto azzarda oltre il “consentito”, i fisici hanno tentato una sorta di “censura cosmica” per evitarle. Ovvero sia, la Natura in sé impedisce con qualcosa di catastrofico (ad esempio una morte tremenda) che uno “spettatore” entri fisicamente in una regione dello spaziotempo (un buco nero) in cui il suo futuro non è determinato in modo univoco.
Alla base di questa teoria c’è un principio portato avanti dal fisico Roger Penrose circa 40 anni fa, che si riconduce ad un’idea particolarmente concreta, il “determinismo”, chiave di ogni teoria fisica. Quindi, detto in maniera più semplicistica, considerando il passato e il presente, le leggi fisiche dell’Universo in cui viviamo non consentono più di un possibile futuro. Stando alle parole del fisico dell’Università di Berkeley Peter Hintz, i calcoli confermano che determinati tipi specifici di buchi neri di un universo come il nostro, che è in continua e in rapida espansione, renderebbero possibile la sopravvivenza. Tuttavia, in che modo la vita potrebbe esistere e svilupparsi in uno spazio nel quale il futuro non può essere determinato è qualcosa che non è chiaro. E lo stesso Hintz precisa che la sua scoperta non significa che le equazioni della Relatività Generale di Einstein siano sbagliate quando spiegano l’evoluzione dell’Universo.Resta il fatto che si tratta di teorie affascinanti, che poggiano anche su una base relativamente solida tanto da poter essere condivise con il mondo intero.