Lo stupro, diffuso purtroppo in tutto il mondo da sempre, raggiunge in Africa numeri da far rabbrividire, portando con sé non sono gli ovvi drammi per le donne che lo subiscono, ma anche per la diffusione di malattie come l’AIDS. E’ per questo che Sonette Ehlers, medico, ha sviluppato un prodotto che da qualche anno si è diffuso in tutto il continente africano.
Tutto è nato nel momento in cui una vittima di stupro disse in lacrime alla dottoressa: “se solo avessi i denti lì sotto“. Dopo qualche giorno un uomo si è presentato all’ospedale dove Ehlers faceva servizio lamentando un dolore insopportabile, perché il suo pene era rimasto intrappolato nella chiusura con zip dei pantaloni. Fu in quel momento che Ehlers ebbe l’idea del Rapex.
Ha una forma tubolare, ma contiene numerosi spuntoni. La donna che decide di utilizzarlo dovrà indossarlo come un tampone, con un applicatore, e nel momento in cui qualche mal intenzionato provi a violentarla si ‘incastrerà’ sugli aculei, ritraendo immediatamente il pene. Il Rapex a quel punto resterà bloccato sul membro del violentatore e sarà necessaria un’operazione chirurgica per rimuoverlo.
Il primo prototipo del Rapex, fatto in lattice, è stato presentato nel 2015. Si tratta di un oggetto che lo stupratore non vede ma sente con dolore solo al momento della penetrazione. L’ingresso del pene nel cilindro di lattice, infatti, è semplice visto che i denti sono rivolti verso l’interno, ma il movimento successivo blocca lo stupratore e lo incastra, letteralmente. “Vi prometto che sarà dolorosissimo. Lo stupratore dovrà andare direttamente in ospedale”, ha assicurato Sonette Ehlers.