Riscaldamento stratosferico improvviso da record al Polo Sud: porterà freddo in Australia e ridurrà il buco dell’ozono [GALLERY]

È ancora in corso il riscaldamento stratosferico improvviso al Polo Sud: non influenzerà solo il meteo delle aree circostanti ma anche il buco dell'ozono
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MeteoWeb

Al Polo Sud, è iniziato un intenso riscaldamento stratosferico improvviso, conosciuto anche come Stratwarming. Il riscaldamento è ancora in corso e si prevede che persisterà ancora per un po’. Mentre il Polo Sud si prepara ad addentrarsi nella primavera, la stratosfera resterà calda, poiché c’è più influenza e calore dal sole ogni giorno. I dati della NOAA/PCC (vedi gallery scorrevole in alto a corredo dell’articolo) mostrano il riscaldamento della stratosfera sul Polo Sud alle alte altitudini e poi muoversi verso il basso nel tempo, influenzando il meteo in superficie.

Mentre i livelli superiori si riscaldano, tendono ad aumentare la pressione nei livelli inferiori. Questo può causare un cambiamento nei modelli meteorologici, che possono spingere l’aria fredda lontano dal polo e verso i continenti circostanti. Ne è un esempio l’aria fredda che si sposterà sull’Australia la prossima settimana. Nelle mappe contenute nella gallery, si può vedere l’aria fredda entrare in Australia da ovest: alcune località potrebbero registrare temperature dell’aria di oltre 10°C al di sotto della media. L’ondata di freddo poi si sposterà verso est e persisterà più a lungo nelle parti meridionali e orientali dell’Australia.

Il riscaldamento stratosferico influenza la regolare catena degli eventi, provocando cambiamenti nei modelli meteorologici. Il riscaldamento in corso è abbastanza forte da ridurre anche le dimensioni del buco dell’ozono sul Polo Sud. Il buco dell’ozono si forma quando le nubi stratosferiche si formano nell’aria fredda (-78°C) nella stratosfera, il che dà avvio ad una reazione fotochimica quando la luce solare le colpisce. Ecco perché il buco dell’ozono si forma solo in primavera quando l’aria è abbastanza fredda e i raggi del sole sono già abbastanza forti. La reazione (alimentata dal rilascio di aerosol CFC e HFC a causa dell’attività umana) distrugge l’ozono e crea l’ormai famoso buco dell’ozono, un’area in cui la sua concentrazione è molto bassa. L’ozono è lo strato protettivo che ci ripara dalla pericolosa radiazione ultravioletta. Sotto il buco dell’ozono, questo strato protettivo non c’è più e questo può causare problemi per gli organismi viventi a causa dei raggi UV, come il cancro.

Un evento di riscaldamento stratosferico improvviso riscalda naturalmente l’aria stratosferica, riducendo la quantità di nubi stratosferiche e limitando il processo di distruzione dell’ozono. Di conseguenza, questo limita le dimensioni del buco dell’ozono. L’immagine in evidenza in alto (prima foto della gallery) mostra l’analisi dell’ozono del progetto di monitoraggio della NASA relativa al 9 settembre 2019. Possiamo vedere alti valori di ozono nel colore rosso, alimentati dallo Stratwarming. Il buco dell’ozono (valori blu) è un po’ più limitato nelle sue dimensioni e non mostra valori estremamente bassi di ozono (che sarebbero stati rappresentati dal colore viola).

L’analisi delle dimensioni del buco dell’ozono dai dati dell’ECMWF mostra che le attuali dimensioni sono ben al di sotto della media degli ultimi 16 anni e che sono tra le più basse dagli anni ’80, quando il buco dell’ozono ha iniziato a formarsi per la prima volta. Quando il riscaldamento stratosferico improvviso si indebolirà e la stratosfera si raffredderà brevemente, probabilmente il buco dell’ozono aumenterà di dimensioni, ma dovrebbe comunque restare sotto la norma.

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