Tumore del polmone: un farmaco migliora in modo significativo la sopravvivenza globale

Il tumore del polmone è la principale causa di morte per cancro tra gli uomini e le donne e rappresenta circa un quinto di tutti i decessi per cancro
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AstraZeneca ha presentato i risultati dettagliati dello studio di Fase III CASPIAN, che dimostrano come durvalumab migliori in modo significativo la sopravvivenza globale (OS) nei pazienti con carcinoma polmonare a piccole cellule (SCLC), non precedentemente trattati.

Durvalumab in combinazione con quattro cicli di chemioterapia ha mostrato un miglioramento statisticamente significativo e clinicamente rilevante della sopravvivenza globale rispetto allo standard di cura (SoC), costituito dalla sola chemioterapia (etoposide con cisplatino o carboplatino fino a sei cicli) con o senza irradiazione cranica profilattica (PCI).

Il rischio di morte si è ridotto del 27% (hazard ratio 0,73), con una sopravvivenza mediana di 13 mesi nel braccio di trattamento con durvalumab associato a chemioterapia vs. 10,3 mesi nel braccio di controllo con sola chemioterapia. I risultati hanno mostrato un beneficio prolungato di sopravvivenza globale con una stima del 33,9% di pazienti vivi a 18 mesi nel braccio sperimentale con durvalumab e chemioterapia vs. 24,7% di pazienti trattati nel braccio di controllo.

I risultati sono stati presentati oggi in occasione del Presidential Symposium della Conferenza mondiale sul tumore del polmone dell’International Association for the Study of Lung Cancer (IASLC) a Barcellona.

La Dr.ssa Marina Garassino, responsabile della Struttura Semplice di Oncologia Medica Toraco Polmonare presso la Fondazione IRCCS Istituto Nazionale di Tumori di Milano ha dichiarato: “CASPIAN conferma un ruolo dell’immunoterapia nel trattamento di prima linea nei pazienti con una diagnosi di carcinoma polmonare a piccole cellule in stadio avanzato. Rappresenta il primo studio a valutare la possibilità di combinare in questo setting di malattia l’immunoterapia con diversi schemi di chemioterapia. I risultati mostrano un beneficio significativo in sopravvivenza globale e un incremento del numero e della durata delle risposte”.

Il carcinoma polmonare a piccole cellule è un tumore aggressivo a crescita rapida, che recidiva e progredisce velocemente, nonostante la risposta iniziale alla chemioterapia a base di platino.1

Durvalumab in combinazione con la chemioterapia ha dimostrato un beneficio in tutti gli endpoint rispetto allo standard di cura. I risultati mostrano un maggior numero di pazienti liberi da progressione (PFS rate) a 12 mesi (17,5% vs. 4,7%), un aumento del 10,3% del tasso di risposta obiettiva (ORR) confermato (67,9% vs. 57,6%), e un aumento della durata della risposta (DOR) a 12 mesi (22,7% vs. 6,3%).

La sicurezza e la tollerabilità di durvalumab in combinazione con la chemioterapia sono risultate coerenti con gli studi precedenti. I risultati mostrano che nel 61,5% dei pazienti si sono verificati eventi avversi (AE) di Grado 3 o 4 con durvalumab e chemioterapia vs. 62,4% con la sola chemioterapia, e il numero di eventi avversi che hanno portato ad interruzione precoce del trattamento era simile in entrambi i bracci (9,4% vs. 9,4%).

Durvalumab dopo chemioradioterapia concomitante è in studio anche nel trattamento dei pazienti affetti da carcinoma polmonare a piccole cellule con malattia limitata (studio di Fase III ADRIATIC).

Durvalumab è approvato con intento curativo dopo chemioradioterapia nel carcinoma non a piccole cellule di Stadio III non operabile in 49 Paesi, compresi gli Stati Uniti, il Giappone e l’Unione Europea, sulla base dei dati dello studio di Fase III PACIFIC.

Lo studio CASPIAN
Lo studio CASPIAN è uno studio globale, multicentrico, di Fase III randomizzato, in aperto nel trattamento di prima linea di pazienti con carcinoma polmonare a piccole cellule in stadio esteso. Lo studio ha paragonato durvalumab in combinazione con etoposide e chemioterapia con cisplatino o carboplatino oppure durvalumab, tremelimumab e chemioterapia vs. la sola chemioterapia. Nel braccio sperimentale i pazienti sono stati trattati con chemioterapia fino a quattro cicli. Al contrario, il braccio di controllo ha permesso fino a sei cicli di chemioterapia e irradiazione cranica profilattica opzionale. Lo studio continuerà fino alle analisi finali della sopravvivenza globale per la combinazione di durvalumab, tremelimumab e chemioterapia.

Lo studio è in corso in più di 200 Centri in 22 Paesi, compresi Stati Uniti, Unione Europea, Sud America, Asia e Medio Oriente. L’endpoint primario dello studio è la sopravvivenza globale.

Il carcinoma polmonare a piccole cellule
Il cancro del polmone è la principale causa di morte per cancro tra gli uomini e le donne e rappresenta circa un quinto di tutti i decessi per cancro.2 Il cancro del polmone può essere classificato da un punto di vista istopatologico come NSCLC o come SCLC, dove quest’ultimo rappresenta circa il 15% delle diagnosi.3 In circa due terzi dei pazienti la diagnosi di SCLC avviene in uno stadio avanzato di malattia, quando il tumore si è diffuso ampiamente attraverso i polmoni o in altre parti del corpo.3 Il SCLC è un tumore aggressivo a rapida progressione che recidiva e progredisce rapidamente nonostante la risposta iniziale alla chemioterapia a base di platino.4 La prognosi è particolarmente infausta, in quanto la sopravvivenza a 5 anni è pari solo al 6%.4

Durvalumab
Durvalumab è un anticorpo monoclonale umano diretto contro il PD-L1, che blocca l’interazione di PD-L1 con PD-1 e CD80, contrastando i meccanismi di immuno-evasione messi in atto dal tumore e consentendo la riattivazione del sistema immunitario.
Durvalumab è anche approvato in 10 Paesi, compresi gli Stati Uniti, nei pazienti con tumore avanzato della vescica precedentemente trattati.

Come parte di un ampio programma di sviluppo, durvalumab viene anche studiato come monoterapia e in combinazione con tremelimumab, un anticorpo monoclonale anti-CTLA4 e potenzialmente nuovo farmaco, come trattamento dei pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC), tumore della vescica, tumore della testa collo, tumore del fegato, carcinoma della cervice uterina, tumore delle vie biliari e altri tumori solidi.

Bibliografia
1. Kalemkerian GP, et al. Treatment Options for Relapsed Small-Cell Lung Cancer: What Progress Have We Made? Journal of Oncology Practice, volume 14, issue no. 6 (June 1, 2018) 369-370.
2. World Health Organization. International Agency for Research on Cancer. Available at http://globocan.iarc.fr/Pages/fact_sheets_population.aspx. Accessed May 2019.
3. LUNGevity Foundation. Types of Lung Cancer. Available at https://lungevity.org/for-patients-caregivers/lung-cancer-101/types-of-lung-cancer. Accessed May 2019.
4. Cancer.Net. Lung Cancer – Small Cell. Available at https://www.cancer.net/cancer-types/33776/view-all. Accessed May 2019.
5. Szumera-Cie?kiewicz A, et al. EGFR Mutation Testing on Cytological and Histological Samples in Non-Small Cell Lung Cancer: a Polish, Single Institution Study and Systematic Review of European Incidence. Int J Clin Exp Pathol. 2013:6;2800-12. Accessed July 2019.
6. Keedy VL, et al. American Society of Clinical Oncology Provisional Clinical Opinion: Epidermal Growth Factor Receptor (EGFR) Mutation Testing for Patients with Advanced Non-Small-Cell Lung Cancer Considering First-Line EGFR Tyrosine Kinase Inhibitor Therapy. J Clin Oncol. 2011:29;2121-27. Accessed July 2019.
7. Ellison G, et al. EGFR Mutation Testing in Lung Cancer: a Review of Available Methods and Their Use for Analysis of Tumour Tissue and Cytology Samples. J Clin Pathol. 2013:66;79-89. Accessed July 2019.
8. Pakkala, S, et al. Personalized therapy for lung cancer: striking a moving target. JCI Insight. 2018;3(15):e120858.

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