Secondo Paolo Ascierto, specialista di fama mondiale e direttore dell’unità di Oncologia, melanoma, immunoterapia e terapie innovative dell’Istituto Pascale di Napoli, “L’Esmo 2019”, il congresso della Società europea di oncologia medica “sarà ricordato per il melanoma. Oggi sono stati forniti nuovi dati che dimostrano l’efficacia di una combinazione immunoterapica nei pazienti con melanoma metastatico: il 53% di quanti l’hanno assunta è vivo a 5 anni. Peccato che l’Italia sia l’unico Paese europeo che non rimborsa questa combinazione: da noi è in fascia C“. Lo studio citato da Ascierto, e pubblicato sul ‘Nejm’, ha coinvolto 1000 pazienti, un terzo trattato con la ‘combo immuno’ (ipilimumab/nivolumab).
“Si trattava di pazienti con melanoma metastatico (senza metastasi cerebrali), e il beneficio è notevole“. Inoltre, secondo un’altra ricerca, i dati a 3 anni di nivolumab somministrato a pazienti con metastasi e operati, mostrano che il 58% è libero da ricadute.
“Un altro studio, questa volta tedesco, su 180 pazienti al IV stadio, operati e senza ulteriori metastasi, ha comparato la combinazione con l’immunoterapia in monoterapia e il placebo: con la ‘combo’ a 2 anni il 70% era ancora libero da malattia, e le differenze con gli altri gruppi sono risultate notevoli“: “Questi dati ci dicono che la ‘combo’ immunoterapia funziona nei pazienti con melanoma avanzato, e gli studi iniziano a dimostrare effetti anche nel tumore del rene e nel polmone. Il melanoma, ancora una volta, è apripista. In Italia però la ‘combo’ è in fascia C e ai pazienti non resta che pagarsela, parliamo di 16 mila euro per ogni ciclo. C’è chi si rivolge a strutture private, ma alcuni vanno all’estero“, conclude Ascierto.