Secondo una ricerca presentata al convegno Internazionale di Suicidologia, in corso a Roma e organizzato dall’Università La Sapienza con il supporto incondizionato della Fondazione Internazionale Menarini, il colesterolo totale basso sarebbe un nuovo fattore di rischio per la salute mentale: sarebbe associato a un incremento della probabilità di tentare il suicidio, perché farebbe saltare il freno di aggressività e all’impulsività.
Lo studio, pubblicato su Frontiers in Psychiatry, è stato condotto su 632 persone, tra cui 432 che avevano tentato il suicidio, arrivate al Pronto Soccorso dell’Irccs Policlinico San Martino di Genova.
“A tutti sono stati misurati diversi parametri clinici, tra cui i livelli di colesterolo e proteina C reattiva plasmatica, indicativa di infiammazione. Abbiamo così verificato che, nelle persone con disturbo bipolare, c’è una correlazione significativa fra bassi livelli di colesterolo totale e probabilità di tentare il suicidio, in particolare attraverso tentativi ad alto grado di letalità,” spiega Mario Amore, coordinatore dell’indagine e ordinario di Psichiatria presso l’Università di Genova.
Il colesterolo è una molecola essenziale, necessaria per la sintesi delle membrane cellulari e di molti ormoni. “E’ noto che bassi livelli di colesterolo possono aumentare l’infiammazione nel sistema nervoso centrale e alterare il sistema di trasmissione della serotonina, fondamentale per il controllo dell’impulsività. Questo modifica anche la capacità di rispondere al neurotrasmettitore, portando così a una minore soppressione di istinti impulsivi e violenti come i tentativi di suicidio,” precisa il presidente del convegno Maurizio Pompili, ordinario di Psichiatria alla Sapienza. “Il colesterolo basso, in soggetti affetti da un disturbo bipolare potrebbe diventare un elemento da ‘correggere’ per ridurre il pericolo di un gesto estremo“.