Centinaia di migliaia di persone muoiono ogni giorno nel mondo a causa di un fenomeno chiamato antibiotico-resistenza: i farmaci, anche i migliori, riescono sempre meno a eliminare le infezioni.
L’Onu calcola che i casi di resistenza portino a livello mondiale a 700.000 morti l’anno. Ai 230mila morti dovuti soltanto alla tubercolosi resistente si aggiungono quelli per infezioni del tratto respiratorio, infezioni sessuali e quelle legate alle procedure mediche invasive, e a quelle legate al cibo.
Entro il 2030 i morti per resistenza farmacologica potrebbero arrivare a 10 milioni. In Europa si stimano 33mila decessi l’anno a causa della resistenza dei batteri agli antibiotici.
All’Italia va la maglia nera con oltre 200mila casi e quasi 11mila decessi stimati provocati da un’infezione causata da uno degli otto batteri antibiotico-resistenti.
“L’antibiotico-resistenza è un’emergenza globale e pertanto si devono prevedere interventi coordinati tra tutti coloro che partecipano in modo diretto o indiretto al fenomeno”, avverte Pierangelo Clerici, presidente della Federazione italiana delle società di medicina di laboratorio.
“Sicuramente l’approccio One Health, che prevede come cardine l’utilizzo consapevole degli antibiotici sia a livello veterinario che umano, rappresenta la strategia vincente come evidenziato anche nel Piano nazionale di contrasto all’antibiotico-resistenza”, ha concluso Clerici.
(fonte: Socialfarma)