Una bevanda gustosa abbassa la pressione alta: il segreto è nell’esperidina

Ipertensione: gli studi clinici hanno dimostrato che l’assunzione di esperidina abbassa significativamente la pressione alta
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Nuove evidenze presentate al 13° congresso della FENS, Federation of European Nutrition Societies, confermano che il succo d’arancia 100% esercita un effetto positivo o neutro in relazione all’obesità e alla salute cardiovascolare. L’esperidina, un polifenolo degli agrumi poco conosciuto e presente nel succo 100% arancia, sta attirando l’attenzione della comunità scientifica, visti gli studi che ne confermano possibili effetti benefici.

Il regolare consumo di succo d’arancia 100% consente di assumere un’importante quantità di esperidina, una sostanza naturalmente presente negli agrumi che – come emerge dai dati del FENS, l’importante congresso europeo sull’alimentazione, appena tenutosi a Dublino – può aiutare a mantenere la pressione sanguigna entro valori normali. Altre ricerche presentate nella stessa conferenza dimostrano che bere un bicchiere di succo d’arancia al giorno non ha impatto sul peso.

I succhi di frutta sono stati anche protagonisti di un simposio dedicato, cui hanno preso parte accademici provenienti da Germania, Canada e Regno Unito.

Esperidina: la nuova vitamina C?

Il succo d’arancia – noto per il suo ricco contenuto di vitamina C – contiene anche sostanze naturali poco conosciute, che potrebbero giovare al benessere della persona in quanto preservano la salute dei vasi sanguigni.

Nuovi dati – raccolti da auditor indipendenti di SGF International presso oltre 350 aziende che trasformano la frutta in tutto il mondo – rivelano che un bicchiere di succo d’arancia è una ricca fonte di esperidina, un polifenolo che si trova solamente negli agrumi e nei relativi succhi. Gli studi clinici hanno dimostrato che l’assunzione di esperidina abbassa significativamente la pressione sanguigna, probabilmente migliorando la capacità di distendersi dei vasi sanguigni.

Commentando le nuove evidenze sull’esperidina, il Professor Ralf Schweiggert dell’Università di Geisenheim ha dichiarato infatti che: “Nel succo d’arancia il livello di esperidina è molto alto. Considerate le evidenze emergenti sulla salute vascolare e il fatto che l’ipertensione aumenta il rischio di malattie cardiache e ictus, questo nutriente potrebbe giovare a coloro che consumano regolarmente succo d’arancia”.

Il succo di frutta fa ingrassare?

Tra le tante ricerche presentate al congresso, si evidenzia una meta-analisi che ha indagato la connessione tra il consumo quotidiano di succo d’arancia e il rischio di aumento del peso negli adulti. In letteratura sono stati identificati diciassette studi clinici controllati, che hanno arruolato oltre 200 partecipanti e hanno testato il consumo quotidiano di succo 100% arancia per 4-12 settimane, con assunzioni comprese tra 250 e 500 ml (2-3 bicchieri) al giorno.

I risultati hanno dimostrato che non esiste alcun impatto statistico del consumo quotidiano di succo d’arancia sul peso corporeo, fugando in tal modo i timori che chi beve un bicchiere di succo al giorno è a rischio obesità.

L’autrice di tale meta-analisi, la dietista britannica Carrie Ruxton, ha commentato: “Un bicchiere al giorno di succo 100% arancia contiene solo 60 calorie: ciò nonostante ne viene comunque sconsigliato il consumo per via degli zuccheri naturalmente contenuti, che potrebbero far ingrassare. Questa falsa credenza è stata smentita dalla meta-analisi, che ha dimostrato come il succo d’arancia 100% non abbia alcun impatto sul peso corporeo, anche con assunzioni fino a 500 ml al giorno, ben oltre quindi le raccomandazioni nutrizionali. Un bicchiere al giorno di 150 ml di succo d’arancia 100% può rappresentare una buona fonte di vitamina C, di polifenoli vegetali e di potassio, tutti elementi che favoriscono il mantenimento di una normale pressione sanguigna. Tuttavia, la maggior parte delle persone non beve il succo e l’assunzione media in Europa è di soli 40-50 ml al giorno. Non dovremmo più temere il succo; un piccolo bicchiere giornaliero va assolutamente bene”

Il succo di frutta è solo un’altra bevanda zuccherina?

La controversa questione se il succo 100% frutta debba essere classificato come frutta processata o come bevanda analcolica zuccherina è stata discussa in un simposio dedicato.

Il Professor John Sievenpiper, dell’Università di Toronto, ha sottolineato come “a differenza delle bevande contenenti zucchero aggiunto, il succo 100% frutta, con solo gli zuccheri naturalmente contenuti nel frutto intero, tende a mostrare effetti protettivi rispetto a temi di salute pubblica, come la mortalità per malattia coronarica, l’ictus e la mortalità per ictus. Le evidenze disponibili suggeriscono che il succo di frutta 100% nel contesto di una dieta equilibrata e di mantenimento esercita – dal punto di vista cardio-metabolico – possibili benefici”.

Il Professor Ralf Schweiggert, dell’Università di Geisenheim, ha effettuato un interessante confronto diretto tra il succo 100% e le bevande zuccherate, osservando che il succo puro fornisce una complessa gamma di sostanze nutritive, tra cui vitamina C, vitamina A e acido folico, che sono state associate a possibili benefici per la salute. Il professore ha infatti affermato: “Le fluttuazioni diurne dei livelli di zucchero nel sangue tendono a essere più basse quando si consuma succo d’arancia rispetto alle bevande contenenti zucchero aggiunto. Si ritiene che ciò sia dovuto a un polifenolo, l’esperidina, in grado di rallentare l’assorbimento dello zucchero da parte del tratto digerente. Alcune evidenze mostrano anche come l’esperidina possa influenzare positivamente la composizione dei batteri intestinali e perfino contribuire all’eliminazione dell’acido urico, alleviando così il disagio articolare e ritardando – o addirittura prevenendo – l’insorgenza della gotta. Questi dati mi suggeriscono che il succo 100% frutta non dovrebbe essere classificato come bevanda zuccherina.”

Il Dottor David Vauzour, dell’Università dell’East Anglia, ha inoltre osservato che: “vi è un crescente numero di evidenze provenienti da studi sull’uomo e sull’animale secondo le quali i polifenoli degli agrumi esercitano effetti protettivi sul cervello. Riteniamo che questo accada perché i polifenoli interagiscono con i batteri intestinali e vengono trasformati in sostanze che mirano direttamente alle cellule cerebrali in fase di invecchiamento e ai vasi sanguigni che forniscono nutrienti e ossigeno al cervello. Questo è il motivo per cui oggi si pensa che i flavonoidi degli agrumi svolgano un ruolo protettivo contro il declino cognitivo, e che potrebbero avere il potenziale per prevenire la progressione delle malattie neurodegenerative”.

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