Alle 16:30 di oggi, venerdì 4 ottobre, il movimento Fridays for future manifesterà per il clima davanti al ministero dell’Ambiente in via Cristoforo Colombo, a Roma. I giovani ambientalisti, improvvisati e non, si sono dati appuntamento di fronte al dicastero per contestare la nuova bozza del decreto legge sul clima, le cui proposte sono state giudicate “tiepide e insufficienti”. I giovani seguaci di Greta Thunberg puntano il dito, in particolare, sul fatto “che in questa seconda versione non presentano neanche più il taglio ai sussidi alle fonti fossili previsto nella bozza precedente per un 10% ogni anno fino al 2030″, come si legge in una nota che prosegue: “l’emergenza climatica riguarda tutti i settori della nostra vita. Cosa stiamo aspettando ancora? Abbiamo bisogno di misure veramente efficaci e coraggiose. Non c’è più tempo“.
E fin qui tutto nella norma. Sono ambientalisti, sono manifestanti e devono sostenere le loro tesi e giustificare le loro richieste. Peccato però che il ministro Costa abbia già replicato ai giovani spiegando che è d’accordo con loro, che si sta già lavorando in tal senso e che è disposto ad ascoltarli e incontrarli personalmente. Solo, non oggi, perché non si trova fisicamente a Roma, ma impegnato a Lussemburgo al Consiglio dei Ministri dell’Ambiente Ue.
Tutto rimandato, dunque? Certo che no! I giovani ambientalisti manifesteranno lo stesso. A quale scopo non si sa, visto che hanno anche la paradossale fortuna di essere sostenuti da un ministro. Chi ha il pane non ha denti e viceversa, come diceva un vecchio adagio. Ma qui oltre a pane e denti manca anche un altro elemento fondamentale: il buon senso.