Quando si parla di frutta, verdura, legumi, diabete e glicemia alta, spesso ci si imbatte in opinioni contrastanti su quali alimenti è possibile mangiare senza pensieri, quali consumare con attenzione e quali evitare del tutto.
Secondo un approfondimento pubblicato dalla Fondazione Veronesi, il segreto per conciliare il consumo di frutta e il diabete è selezionare quei frutti che contengono meno zuccheri e che hanno un basso indice glicemico.
Quando si parla di frutta e diabete, non esistono divieti assoluti: è vero che alcuni contengono una maggiore percentuale di zuccheri, ma ciò non giustifica un loro completo allontanamento dalla tavola di chi soffre di diabete.
Si ricordi che la quantità totale di carboidrati ricavati da un determinato cibo (carico glicemico) è spesso più importante della loro qualità (indice glicemico). In altre parole, quindi, anche la frutta zuccherina può essere consumata con le dovute accortezze, prima fra tutte la moderazione delle quantità.
Quale frutta e verdura scegliere dunque? Ecco gli alimenti consigliati:
- Ortaggi: piselli, fagioli, ceci, lenticchie
- Frutta fresca: mele, pere, nespole, fragole, albicocche, arance, pesche, lamponi
Gli alimenti da assumere con moderazione:
- Frutta fresca: banane, cachi, uva, fichi
Gli alimenti da evitare (consumo saltuario):
- Frutta secca, pesche sciroppate, purè di patate
Diabete e frutta, quanta mangiarne?
Per chi soffre di diabete – spiega un approfondimento pubblicato dalla Fondazione Veronesi, a firma di Francesca Morelli – una porzione di frutta non dovrebbe mai contenere più di 15 grammi di carboidrati. La grandezza di tale porzione varia semplicemente in base al contenuto di carboidrati presenti nel frutto. Sarà dunque ovviamente maggiore per quelli a basso indice glicemico e minore per la frutta che contiene più zuccheri.
Rispettando questa fondamentale indicazione, l’impatto dei due alimenti sui livelli di glucosio nel sangue sarà molto simile, anche se non identico. Oltre al contenuto in zuccheri, è infatti importante valutare la ricchezza in fibra e la forma con cui l’alimento si assume.
Più c’è fibra e minore è il picco glicemico raggiunto dopo la digestione. Per questa ragione il succo d’arancia ha un indice glicemico superiore rispetto al frutto in spicchi, che a sua volta alza meno la glicemia quando si consuma con la parte bianca della buccia perché ricca di pectina.
Si tenga presente che le informazioni presenti in questa pagina sono di natura generale e a scopo divulgativo e non sostituiscono in nessun caso il parere del medico, il primo punto di riferimento a cui ricorrere per avere informazioni, chiarimenti, e a cui affidarsi per consigli o esami.