Molte donne avvertono spesso dolore al seno: alcune tendono a pensare subito al peggio, ma in realtà può essere provocato da tanti fattori, non sempre gravi o rischiosi per la salute.
Scopriamo quindi, prima di preoccuparsi, quali sono gli altri motivi per cui il seno può provocare dolore.
Il dolore al seno è un sintomo associato a diverse condizioni: nella maggior parte dei casi non è segnale di cancro, ma può essere la conseguenza dei cambiamenti ormonali associati al ciclo mestruale o alla menopausa, oppure può comparire durante la gravidanza o l’allattamento. Il dolore può inoltre essere associato alla presenza di cisti o all’assunzione di alcuni farmaci, ad esempio i diuretici.
Dolore al seno: quali malattie si possono associare?
- Sindrome premestruale
- Seno fibrocistico
- Cancro al seno
Si ricordi che non è un elenco esaustivo e che sarebbe sempre meglio consultare il proprio medico di fiducia in caso di persistenza dei sintomi.
Dolore al seno: quali sono i rimedi?
Il dolore al seno può essere contrastato assumendo antinfiammatori, con impacchi di ghiaccio e utilizzando un reggiseno adatto alle proprie misure. A volte la pillola contraccettiva può aiutare a eliminare i fastidi associati al ciclo, ma solo il medico può prescriverne l’assunzione. Meglio, inoltre, rivolgersi al proprio medico prima di assumere qualsiasi altro farmaco o integratore alimentare.
Dolore al seno: quando rivolgersi al medico?
E’ necessario rivolgersi al medico quando il dolore al seno e associato a perdite dal capezzolo chiare o con tracce di sangue, se si è partorito da meno di una settimana e il seno è duro o gonfio, se si avverte al tatto la presenza di un nodulo, se il dolore è persistente e non sembra avere una ragione chiara o se è accompagnato dai sintomi di un’infezione, come febbre, pus o arrossamenti locali.
Prevenzione del tumore al seno
Ottobre è il mese della prevenzione del tumore al seno o carcinoma mammario, una formazione di tessuto costituito da cellule che crescono in modo incontrollato e anomalo all’interno della ghiandola mammaria. Si tratta della neoplasia più diffusa nel sesso femminile. Come riconoscerla? In genere nelle fasi iniziali non si avverte dolore. Da cercare sono noduli palpabili o visibili, alterazioni del capezzolo (in fuori o in dentro), perdite da un capezzolo solo (se la perdita è bilaterale il più delle volte la causa è ormonale), i cambiamenti della pelle (aspetto a buccia d’arancia localizzato) o della forma del seno, prestando attenzione ad arrossamento diffuso, ulcere cutanee, mastite, ingrossamento del braccio o dei noduli ascellari.
Tra i fattori di rischio: età superiore ai 50 anni, prima gravidanza dopo i 35 anni, menarca prima dei 12 anni, menopausa dopo i 50 anni, non aver avuto figli, familiarità (anamnesi familiare), precedente personale di tumore al seno, mutazione di alcuni geni (geni BRCA di tipo 1 e 2) e di p53, esposizione a radiazioni, obesità specie dopo la menopausa, terapia ormonale contraccettiva e sostitutiva per trattare i disturbi della menopausa, abuso di alcol, fumo. Come prevenire? Secondo diversi studi, l’allattamento esercita un effetto protettivo. La mammella va incontro a trasformazioni durante la gravidanza e, solo con l’allattamento, la ghiandola mammaria completa la sua maturazione. E così la cellula del seno è più resistente alle mutazioni che possono portare al tumore. L’allattamento, inoltre, blocca del tutto o in parte la produzione degli ormoni ovarici: le ovaie a riposo portano a livelli di estrogeni più bassi, garanzia di protezione contro il carcinoma mammario e, con grande probabilità, anche ovarico.
Per le donne tra i 20 e i 40 anni, è sufficiente una visita annuale al seno, approfondendo l’analisi, in casi di familiarità o scoperta di noduli, con un’eco o una biopsia (agoaspirato) del nodulo sospetto. Tra i 40 e i 50 anni viene effettuata una mammografia, associata all’eco, vista la struttura ancora densa del seno. Tra i 50 e i 69 anni, quando il rischio è elevato, va effettuato un controllo mammografico con cadenza biennale.
Si tenga presente che le informazioni presenti in questa pagina sono di natura generale e a scopo divulgativo e non sostituiscono in nessun caso il parere del medico, il primo punto di riferimento a cui ricorrere per avere informazioni, chiarimenti, e a cui affidarsi per consigli o esami.