Salute: “L’emicrania è la malattia più invalidante, il cervello dei pazienti è più sensibile”

"La malattia ha un'impronta genetica, nel senso che il cervello dell'emicranico è predisposto a essere molto più sensibile a condizioni esterne quali quelle ambientali, climatiche, ormonali e umorali"
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Per decenni l’emicrania è stata sottovalutata e considerata una condizione con cui convivere, solo negli ultimi anni gli è stato dato il giusto peso, con l’Oms che oggi la riconosce come la prima malattia più disabilitante per la popolazione al di sotto dei 50 anni“. Così Antonio Russo, responsabile del Centro cefalee all’Università della Campania ‘Luigi Vanvitelli’, è intervenuto a margine del convegno “Focus on… emicrania”, nel quale oggi a Milano alcuni neurologi si sono confrontati sulla diffusione della malattia, in occasione dell’ingresso sul mercato di un nuovo farmaco. “L’impatto dell’emicrania si riconosce dalle gravi modifiche dello stile di vita – ha aggiunto Russo – a causa del mal di testa più del 50% dei pazienti non può condividere aspetti ludici come una festa di compleanno o la cena di Natale, più del 50% non riesce a gestire le attività con i figli, come accompagnarli a scuola o aiutarli a fare i compiti: è un problema che si ripercuote sugli altri membri famiglia, impedendogli una vita serena”. “Il dolore emicranico – ha ricordato Russo – coinvolge il più delle volte metà testa (da qui il nome ’emicrania’), è un dolore severo, pulsante, ma porta con sé anche altri sintomi come nausea, vomito, il bisogno di stare in silenzio o al buio, o quello di muoversi per evitare l’acuirsi del dolore. Oggi abbiamo una nuova classe di farmaci specifica per l’emicrania e per il suo meccanismo di azione, ovvero la produzione di una molecola chiave, la Cgrp, che è responsabile della sintomatologia durante l’attacco“.

Sulle cause dell’emicrania oggi sappiamo con certezza che la malattia ha un‘impronta genetica, nel senso che il cervello dell’emicranico è predisposto a essere molto più sensibile a condizioni esterne quali quelle ambientali, climatiche, ormonali e umorali“. Così Bruno Colombo, direttore del Centro cefalee al Dipartimento di neurologia dell’ Irccs Ospedale San Raffaele – Università Vita-Salute di Milano, è intervenuto a margine del convegno “Focus on… emicrania”. “Essendo, quello dell’emicranico, un cervello meno reattivo – ha precisato Colombo – segnala questa condizione con il dolore, che è un segnale di allarme, una spia che indica una condizione di anomalia nel nostro sistema nervoso”. “La ricerca al momento ha ottime basi – ha sottolineato Colombo – perché grazie a metodi di risonanza magnetica abbiamo mappato quali sono le zone cervello che funzionano male, e quindi quali sono quelle condizionate dall’impronta genetica del paziente. Per esempio c’è un’area nel cervello che chiamiamo ‘pain matrix’, dove viene elaborato il dolore, che nell’emicranico risulta molto diversa da quella di una persona normale: è una zona che non riesce a compensare bene determinati stimoli, innescando così il dolore“.

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