In occasione della Giornata Mondiale dell’Alimentazione che cade ogni anno il 16 ottobre per ricordare l’istituzione della FAO, Korian, leader europeo nei servizi di assistenza e cura, ha deciso di stilare un vademecum per tutti i caregiver che si prendono cura dei malati di Alzheimer, per aiutarli nel momento dei pasti. 10 consigli pratici da mettere subito in pratica con i propri familiari che soffrono di questa patologia, ogni giorno in crescita. È stato calcolato infatti che le demenze colpiscono in Italia 1 milione e 200 mila persone, 50 milioni nel mondo e che con questa crescita vertiginosa il numero triplicherà in 30 anni[1]. Il Gruppo Korian, con centri in Italia, Francia, Germania, Belgio, Paesi Bassi e Spagna,vanta una forte expertise nella gestione di pazienti con questa patologia: non tutti sanno infatti che l’Alzheimer e le demenze in genere rappresentano una delle principali cause di ricovero in residenze assistite. Soltanto in Italia, Korian offre ogni anno assistenza a 5500 pazienti affetti da questa patologia. Per le forme di Alzheimer e di demenza grave, Korian dispone inoltre in Italia di 17 centri specializzati dotati di un nucleo protetto e due Centri Diurni Integrati appositamente dedicati. In tutte queste strutture vengono offerte ai malati di Alzheimer le condizioni necessarie di tutela e gli stimoli riabilitativi adeguati alle loro compromesse capacità cognitive e funzionali anche attraverso specifici progetti di terapia non farmacologica.
- Musica maestro
Il momento dei pasti deve essere soprattutto funzionale a riattivare le funzioni cognitive dei malati e a risvegliare la memoria affettiva del cibo. Fare in modo che i pasti siano un’esperienza piacevole è sicuramente sempre una buona idea. Per questo, provate ad accendere la radio, o a creare una playlist con i brani preferiti dal malato: un sottofondo musicale potrebbe essere ben apprezzato.
- Viva i colori
Una cosa che non tutti sanno è che i malati di Alzheimer non riconoscono il bianco. Via libera quindi ai colori sulla tavola: scegliere piatti, bicchieri e posate che abbiano colori diversi tra loro e in contrasto rispetto alla superficie del tavolo. Sarà più facile, in questo modo, far ritrovare al malato il piacere del cibo e aiutarlo a distinguere gli alimenti contenuti nel piatto. Lasciate degli spazi tra un oggetto e l’altro e disponete la tavola nel modo più ordinato possibile. In generale, scegliere sempre contasti cromatici: ok quindi a una tovaglia gialla e a piatti azzurri. Sì, poi ad ambienti illuminati artificialmente con luci soffuse.
- Finger food
Spesso i malati di Alzheimer hanno difficoltà ad usare le posate. Sì, quindi a cibo già tagliato, per evitare imbarazzi ma anche al finger food, per consentire ai malati di mangiare in autonomia o, ad esempio, anche in piedi, qualora non resistesse troppo tempo seduto a tavola. Ok quindi a panini o bocconcini di cibo da poter consumare mentre si passeggia.
Sì ai prodotti integrali, ai legumi, alla frutta – in particolare frutti rossi e frutta secca. Via libera a verdura, carne bianca, uova, pesce azzurro e salmone. Meglio evitare invece latticini – da sostituire magari con prodotti a base di soia – carne rossa, cibi precotti, cibi salati, zuccheri, e grassi saturi di origine animale. Tutto questo aiuta a rallentare la progressione della malattia. Un recente studio condotto pressa la Residenza Korian Saccardo di Milano in collaborazione con il dipartimento di Scienze dell’alimentazione e nutrizione dell’Università degli Studi di Milano ha messo in evidenza come l’alimentazione possa ricoprire un ruolo importante nel prevenire o ritardare l’insorgenza di demenza e nel rallentarne la progressione. Ad un gruppo di pazienti è stata somministrata una dieta basata sull’alimentazione mediterranea con lo scopo di migliorare l’apporto di vitamine e minerali, riducendo l’assunzione di grassi saturi di origine animale, gli zuccheri semplici e il sale. I pazienti sottoposti al regime alimentare controllato hanno registrato significativi miglioramenti nei livelli di acido folico nel sangue, migliorando l’apporto di vitamine dei gruppi B nell’organismo e soprattutto di selenio, responsabile della protezione cellulare dai radicali liberi e del rafforzamento delle difese immunitarie e anti-virologiche. Non solo, altri benefici riscontrati sono la crescita della vitamina D, la riduzione nei livelli di colesterolo, glicemia, trigliceridi, zinco e rame.
- Parola d’ordine: routine
- Budini contro la difficoltà a deglutire
- Aggiungi un posto a tavola
È sempre una buona idea cercare di mangiare insieme ai propri familiari Alzheimer: condividere con il malato il momento del pasto ogni volta possibile diminuirà il senso di isolamento nel quale la malattia tende a trascinarlo. Allo stesso tempo però lasciate che la persona mangi il più possibile da sola, anche se si sporca. Se è lenta, cercate di non aiutarla e soprattutto di non imboccarla: non va mai dato un aiuto maggiore del necessario perché le abilità non utilizzare diventano inevitabilmente abilità perse. Se invece imboccare la persona malata diventa necessario, mettetevi al suo livello, sedendovi accanto a lui.
- Non la solita zuppa
I malati di Alzheimer conservano l’appetito e anzi è un’ottima idea preservarlo. No, quindi, alle solite zuppette e minestrine, via libera invece a piatti saporiti, a patto che non contengano troppo sale. Se la persona dovesse dimostrare perdita di appetito, è meglio verificare le cause, che potrebbero esser, ad esempio, di causa odontoiatrica.
- Beviamoci su
- Mangia sano per prevenire l’Alzheimer
Per chi volesse approfondire i consigli, Korian, insieme a Simona Recanatini, hanno pubblicato il libro “Io sono l’Alzheimer”, una vera e propria guida pratica per tutti i caregiver, per conoscere e affrontare la malattia. Dai consigli sull’arredamento della casa, alla comunicazione, fino alle cure del malato. Tutto in chiave semplice e pratica. Edito da Gribaudo, è disponibile in libreria o ordinabile presso i maggiori rivenditori online.
[1] World Alzheimer Report 2018